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Anno edizione: 2007
Anno edizione: 2019
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Concordo con bonita, i gusti sono gusti.Personalmente l'ho trovato un ottimo libro, e francamente nelle critiche di raz78 mi pare di scorgere un livore ingiustificato ( siamo forse in presenza di un mancato musicista che non perdona agli altri di aver raggiunto il successo che a lui è sfuggito ?),Dopo jazz... un altro grande esempio di come si possa scrivere di argomenti non proprio leggeri, senza annoiare il lettore, anzi.
I gusti possono essere opinabili e questo è un dato di fatto. Il lunario non ha pretese di dare consigli assoluti né di essere un'opera esaustiva (magari è il caso di leggere l'introduzione). E' il personale lunario di Carlo Boccadoro e va preso così, una raccolta di 365 dischi descritti con cognizione di causa e passione, suggeriti con l'entusiasmo - e credo la sincerità - con cui si parlerebbe a un amico. Non è affatto vero che scrive male, è un libro rivolto a tutti non solo agli addetti ai lavori. Ognuno di noi potrebbe compilare il proprio lunario, ma non tutti possono orientarsi tra tanti artisti e generi musicali come fa l'autore che, non dimentichiamocelo, è anche un compositore (qualcosa ne saprà pure...).Questo libro permette di scoprire delle vere e proprie chicche, è come avere un consulente musicale in casa. Io mi sono procurata diversi album citati (soprattutto musica classica, etnica, antica) e sono sempre rimasta entusiasta.
Boccadoro di musica ne ha ascoltata tanta, tantissima. Peccato non scriva un granchè bene e ascolti tutto allo stesso modo. Fatica a spiegare davvero perché un disco è bello o interessante perchè come metro di giudizio (o criterio "valutativo") utilizza quasi sempre la tecnica dei musicisti coinvolti. Il che può andare bene per un discorso sulla classica, se vogliamo (ma anche lì bisognerebbe fare dei distinguo), o per il jazz, ma quando Boccadoro parla di pop music dà dei consigli ridicoli e strampalati. In quasi 100 anni di jazz mi parli di Davis, Coltrane, Monk e la Fitzgerald? Benone, ci mancherebbe altro, ottima scelta. Ma allora perchè 50 anni di pop-rock sono rappresentati dai Simply Red (non uno dei primi quattro, ma "Home"!!!) o da "Love Deluxe" di Sade? E poi siamo certi che i Prefab Sprout abbiano prodotto solo "Steve McQueen" di buono?. Di queste "perle" ce ne sono altre (tipo che "Anima Blues" di Finardi sarebbe un capolavoro), non temete. Secondo me proprio non ci siamo. Nota per l'Einaudi: ci sono almeno 30 schede ripetute attorno a settembre (ergo, mancano 30 dischi-giorni all'appello). Occasione fallita.
Recensioni
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