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Quest'ultimo libro di Luigi Pintor é davvero ottimo. Ironico e insieme amaro,piacevolmente scorrevole,tuttavia venato da un lucido pessimismo e da una riflessione sulla morte "attesa",I luoghi del delitto non raggiunge la qualità estrema de Il nespolo ma ci va vicino. Una "lezione" che si legge in poco tempo,ma che (forse)dura tutta la vita.In ogni caso,addio maestro!
Recensioni
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I luoghi del delitto: un titolo insolito per questo libro di Luigi Pintor che esce in libreria pochi giorni dopo la scomparsa del noto giornalista, fondatore e direttore del "Manifesto". Sembra quasi il titolo di un giallo e in effetti si riferisce a un'indagine, ma a un'indagine particolare che sonda i segreti della mente, dell'anima e del cuore. In poco più di settanta pagine di grande intensità, Pintor riunisce una serie di brevi riflessioni di carattere autobiografico. Si tratta di piccole perle di narrativa dallo stile asciutto ed essenziale, che non si perde in artifici ma va subito all'essenza delle cose e del pensiero. Il racconto prende il via da ricordi ed esperienze di vita personale ma spesso confluisce in un orizzonte più ampio e coinvolgente che riguarda l'intera società e ognuno di noi. Tutto nasce da una sincera volontà di confessione che lo stesso autore descrive così: «non intendo una confessione come quelle che si rendono ai preti, sapendo che ti assolveranno perché è il loro mestiere. O a un giudice, che non farebbe in tempo a processarmi per scadenza dei termini. O a uno psichiatra, che spiegherebbe tutto con un trauma infantile. Il malfatto di cui devo dar conto non è un delitto comune e non riguarda soltanto me stesso o pochi intimi. Se fossi un filosofo direi che riguarda l'umanità intera o pressappoco.» Ecco allora susseguirsi tra le pagine le parole vibranti, e tristemente profetiche, con cui si annunciano la malattia e la morte; le rivelazioni su di un pomeriggio d'infanzia che segnò una vera svolta di vita; i velati riferimenti ai "delitti" commessi durante una lunga esistenza. Ma anche le riflessioni su temi universali, quali la verità, la libertà, la pace. Sono le riflessioni di chi vede in una città «famosa per aver dato i natali a un marinaio che scoprì un continente sbagliando rotta» una solenne cerimonia trasformarsi in una mattanza trasmessa in mondovisione; di chi, in una stanza di ospedale, si fa prendere alla sprovvista un martedì di settembre di fronte a quello che «non è l'incendio della città di san francisco visto al cinema un secolo fa ma una ripresa d'attualità nella città di new york»; di chi pensa che non sia «serio chiamare santa una terra che più profana non ce n'è un'altra».
Venato dalla nostalgia del ricordo ma anche da una fine ironia, I luoghi del delitto non è solo un libro ben scritto e di piacevole lettura, è anche e soprattutto il sentito e personale congedo da una ricca e intensa esistenza.
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