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Catalogo di una mostra dedicata a Carlo Dionisotti, il volume è prezioso per i materiali che raccoglie: la bibliografia del grande italianista, un itinerario iconografico che ricostruisce per immagini la vita privata e pubblica, una serie di interviste e testi dispersi (come l'antica prefazione alla tesi di laurea sul Bembo). I materiali propongono del resto alla riflessione inesauribili suggerimenti: la bibliografia dionisottiana, per esempio, rivela con straordinaria efficacia quella che il maestro chiamava "carità" di un'erudizione che "va verso l'uomo", ma è al tempo stesso "bene armata", perché "non è carità quella che scende a patti con l'incompetenza prepotente e insidiosa". Una sentenza del genere, tipica di Dionisotti, non è solo un viatico per chi si occupa oggi di libri e di scuola, in tempi confusi e infelici; ma anche un esempio di quello stile icastico, tutto sprezzature, bagliori e aggressivo umorismo che conferisce passione e fascino alle sue pagine. Uno studio sulla scrittura dionisottiana resta da fare, ma è comunque assodato che l'impazienza e la "sdegnosa intolleranza" di molti suoi scatti (come ricorda Claudia Villa in un bel Ritratto già uscito su "Belfagor") non sono affatto esercizi retorici o ricerca di facili effetti polemici. Ogni volta quest'espressione "brusca e sintetica" nasce da un vigoroso imperativo etico, e non diversa è la motivazione del suo invito a leggere soprattutto i testi, della sua insofferenza per "metodi e mode", della sua diffidenza per ogni "astratta speculazione teorica". Grande pittore di dettagli, Dionisotti non ha mai dimenticato la rete complessiva della storia, la necessità di acquistare "alla nostra umile e caduca vita (…) una realtà consegnata alla storia".
Rinaldo Rinaldi
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