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Anno edizione: 2014
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No, non è un libro di Saviano. No, non è giornalismo d'inchiesta. E' invece tipico giornalismo all'italiana (non è un complimento). Pino Scaccia sarà pure un valido inviato del Tg1 ma scrivere è un'altra cosa. Il libro a me pare diviso in due parti: nella prima si parla di mafia russa, ed è la parte peggiore, quella in cui in realtà si apprende poco o nulla; nella seconda si parla di Russia, e qui Scaccia ha qualcosa in più da dire e rivelare. Il risultato complessivo è un libro che non mi sento proprio di consigliare, a meno che non ci si voglia fare una rinfrescata generale su Russia e dintorni (Putin, Chernobyl, Berlusconi-Putin, caso Shalabayeva, dissidenti, libertà di stampa, Politkovskaja e così via). Un po' di sciatteria (vertice mafioso si dice skhoda a pagina 57, shodka a pagina 58 e skhodka a pagina 108; il premier kazako nella stessa pagina si chiama prima Nazerbayev e poi Nazerbaev) e una punteggiatura non sempre impeccabile non aiutano. Poi Scaccia ci rivela di città segrete (decenni fa, a dire il vero), tipo "Arzamas 16", che in realtà è ben noto che oggi si chiama Sarov ed è da parecchio che la si trova sulla cartina. Il caso Shalabayeva è raccontato in modo confuso, come del resto ce l'hanno propinato i nostri pessimi quotidiani nazionali. Ma quello su cui proprio non posso passare sono le cifre errate, esagerate o mal riportate. Un esempio: citando un articolo di Repubblica si lascia intendere che il giro d'affari della droga in Italia sia di 112 miliardi di dollari. Impossibile, infatti sono andato a verificare i dati e si scopre che 112 miliardi di euro è il giro d'affari TOTALE delle nostre mafie, mentre quello che riguarda solo la droga è di 10,5 miliardi (dati del 2013 pubblicati nel 2014). Per qualcuno 112 e 10,5 miliardi saranno più o meno la stessa cosa. Per me proprio no. Imperdonabile.
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