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Riaperto e risfogliato nel giorno del secolo dalla sua nascita, oggi. Ed è come se non fosse trascorso un attimo da quelle scintille di lucida perfidia, da quelle folgori di acutezza sapiente, da quei dotti e velenosissimi dardi al cuore di una realtà culturale italiana di cui non fece mai ufficialmente parte. Mai una cattedra, mai appartenenze politiche, mai legami o sponde con rozze e impresentabili consorterie pubbliche. Un istrione, un sovversivo di puro genio capace di essere unico dalla più buia o autentica attribuzione di un'opera d'arte alla barzelletta più insulsa, da risse dialettiche a spassosissimi slanci infantili nello schermo. Sempre di traverso potremmo dire, sempre - con cuore di fanciullo e insieme di maturo gentiluomo rassegnato all'idiozia planetaria - assiso fra scogli d'acredine e spunti di grazia, sicuro come pochissimi di una competenza indiscussa lungo il tracciato pur ambiguo dei suoi amori, dell'arte tutta, un mondo che ha deciso, formato e completato la sua gloria di studioso. Un occhio sulla tela che nemmeno le aquile più avvedute potevano pareggiare, una classe e un piglio che sapeva avanzare senza tremore fra le gallerie della certezza, ma anche - ecco la potenza che commuove - la costante umiltà sottotraccia di un'erudizione che sapeva fermarsi ai bordi di un "non so", di un'incertezza ammessa, di un silenzio. Sono cresciuto adorando le sue parole, ho respirato il suo astio e la sua ironica brillantezza diluiti come un medicinale che regge e puntella meglio le deboli travi interiori di un ragazzo. Ho imparato presto che cultura è anche stoltezza, merce mistificata, elegante avaria nel paesaggio del bello assoluto. Lui ha saputo allineare questa rotta anche soffrendone, patendone sgarri e affronti, ma sempre con la coerenza di un campione che non si svende. Con profondo onore qui omaggio le telluriche forze della sua singolarità, i picchi delle sue rabbie inguaribili, del suo spirito, della sua indiscussa grandezza.
interessante florilegio delle ottime riflessioni sull'arte e sui rapporti dell'arte con il mondo reale del grandissimo e molto rimpianto storico e critico federico zeri. sempre acuto e profondo, spazia con naturalezza e competenza dall'archeologia all'arte contemporanea, senza tralasciare altri modi di comunicazione. il libro, poi, è tremendamente e purtroppo ancora attuale anche nelle parti relative alla (carente) conservazione e (scarsa) valorizzazione del nostro immenso patrimonio artistico. da leggere.
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