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«Senza maestri si è condannati all’omologazione verso il basso.»
«Gli influencer sono il simbolo della nostra epoca, appiattiscono il pubblico e stimolano la normalità. Non possono insegnare nulla. Un maestro, invece, spinge l’allievo a mettersi costantemente in discussione.»
«Mai più maestri!» si leggeva nel ’68 sui muri di Parigi; un motto antiautoritario ed egualitario che riassumeva il sogno di una società più libera. E oggi, esistono ancora i maestri? Nella nostra democrazia, che appiattisce l’alto sul basso, sembra esserci posto solo per influencer, comunicatori e tutor che rassicurano e consolano, e non per guide dello spirito capaci di risvegliare le coscienze. Ma senza maestri si è condannati al pensiero unico e all’omologazione. Senza di loro chi susciterà l’inquietudine del dubbio, chi ci indicherà «l’altrimenti», chi smuoverà energie vitali e liberatorie verso il nuovo? Figure anacronistiche allora, ma necessarie ovunque rinascano una domanda di senso e una esigenza di ethos.Indice
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Al giorno d’oggi la figura del maestro non esiste più, o meglio, è stata sostituita da quella dell’influencer, nuovo idolo contemporaneo. L’insegnamento trasmesso in precedenza dal maestro all’allievo era basato su un rapporto duraturo e profondo, e ora? Semplicemente si preferisce la temporaneità, la superficialità, le esperienze effimere. Anche la competizione ha assunto una nuova forma, secondo Zagrebelsky: “La competizione non è affatto esclusa, ma è una competizione per l’omologazione che tiene sulla corda. Il più bravo è quello che più si immedesima nella tendenza del momento, non quello che più se ne distingue.” Visione pessimistica o realistica? Un piccolo volume che, seppur a tratti può risultare di difficile lettura, tratta tematiche su cui non ci si sofferma mai, forse perché si è fin troppo immersi in questa società, e quindi si tende a perdere il fine e la sostanza delle cose, guardando invece maggiormente alla loro forma.
Ingredienti: la rivalutazione di una categoria oggi poco di moda, i tanti conflitti nel processo dell’insegnamento (pensiero o azione? Istruzione o educazione? Spirito critico o dogmatico? Comprensione o conoscenza?), il valore della cultura come bene da trasmettere di generazione in generazione, il rapporto sempre complesso tra maestri ed allievi. Consigliato: ai seguaci del culto della “religione civile”, a chi vuol farsi guidare da un ottimo maestro nel sentiero della conoscenza.
Al centro di “Mai più senza maestri” c'è il ruolo nella società moderna della figura dei maestri. Punti di riferimento sempre più rari, soprattutto nell’epoca dei social network e degli influencer. Nelle pagine del libro di Zagrebelsky si legge un assoluto bisogno per la nostra società di trovare maestri che possano guidarla nei momenti di difficoltà e di scelta. Una riflessione davvero fondamentale per il nostro futuro comune.
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