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«Un tempo i Malavoglia erano stati numerosi come i sassi della strada vecchia di Trezza...»
Nei Malavoglia (1881) Verga si immerge nella realtà locale di un paese siciliano, Aci Trezza, e racconta la semplice e rissosa quotidianità in cui vivono i Toscano, detti appunto i Malavoglia. Avvertendo come poco espressive le realtà borghesi, Verga cerca di rompere l'impianto romanzesco classico, reinventando le regole del gioco narrativo per dare spazio alla coralità dei personaggi, ritratti nella loro vitale specificità. Questa edizione mette in luce la storia e la formazione del testo attraverso i successivi progetti e abbozzi dell'autore. L'ampio commento a piè di pagina, oltre a spiegazioni letterali e notazioni intertestuali, sottolinea l'organizzazione delle sequenze e la funzione dei motivi, individua le voci principali del romanzo e i controcanti interni, fornisce gli elementi per comprendere i congegni della macchina narrativa.
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Sarà per la tecnica del discorso indiretto libero (in terza persona) che non ho mai apprezzato, sarà per l'uso esasperante di soprannomi e nomignoli o per la trama, a mio parere, piuttosto noiosa, questo romanzo non mi piace. Tra me e Verga non c'è possibilità d'incontro.
Presso Aci Trezza (Catania) vive la famiglia di pescatori Toscano, ( detti i Malavoglia). Il patriarca della è l'anziano Padron 'Ntoni, vedovo. Con lui, nella “Casa del Nespolo”, vivono il figlio Bastiano, la moglie Maruzza, ed i loro cinque figli: 'Ntoni, Luca, Filomena, Alessio e Rosalia. Il loro principale mezzo di sostentamento è la "Provvidenza", l'imbarcazione che utilizzano per la pesca. Grazie alla loro casa e alla barca, i Malavoglia riescono a condurre una vita dignitosa. Nel 1863 'Ntoni, il maggiore dei figli, parte per la leva militare: a causa della sua partenza vengono a mancare i guadagni derivanti dal suo lavoro. Inoltre, l’annata è cattiva Per superare questo momento di difficoltà, Padron 'Ntoni tenta un affare comprando a credito una grossa partita di lupini, purtroppo avariati, da Zio Crocifisso un compaesano usuraio. Il carico è affidato a Bastianazzo perché si rechi con la Provvidenza in paese per venderlo, ma durante il viaggio la barca subisce un naufragio, Bastianazzo e il suo garzone muoiono e i lupini vanno persi. I Malavoglia si ritrovano in disgrazia: è morto il padre, la Provvidenza va riparata ed occorre pagare il debito dei lupini. Padron 'Ntoni si reca a discutere del debito contratto con Zio Crocifisso con l'avvocato Scipioni, il quale sconsiglia di ripagarlo in quanto la Casa del Nespolo, appartiene alla dote di Maruzza, quindi intoccabile. I Malavoglia però, decidono di pagarlo comunque. 'Ntoni finisce il servizio militare prima del previsto però fatica a riadattarsi alla dura vita di pescatore e finisce per non dare alcun sostegno economico al nucleo familiare, ubriacandosi spesso in osteria. Non finisce bene: il nonno muore e ‘Ntoni, che ha accoltellato don Michele, passa cinque anni in galera. Romanzo potente, un grande affresco sul mondo siculo di metà ottocento.
Un classico intramontabile, da leggere e rileggere.
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