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È il 1903 quando la Green pubblica questa storia, ma noi italiani lo possiamo leggere solo dal 2022, grazie ad Abeditore. Veronica Moore, giovane ereditiera, due settimane dopo aver sposato Francis Jeffrey viene trovata morta nella casa di famiglia. Ha una pallottola in petto e una pistola legata al polso. Suicidio, direte voi. Però il suo non è il primo cadavere ad essere rinvenuto nella biblioteca, accanto al camino. Già il giorno del matrimonio uno sconosciuto ha trovato la stessa fine, nello stesso posto, e vari altri prima di lui, negli anni precedenti. È un giovane poliziotto a voler cercare una spiegazione, come pure gli indizi, andando anche oltre quella scienza forense che si sta proprio allora affacciando. È lui a raccontare questa storia in prima persona, dove a farla da padrone (come al solito, nelle storie della Green), sono le relazioni tra Veronica, Francis, Miss Tuttle, lo zio David e la loro psicologia, i segreti che nascondevano e quelli di cui sono a conoscenza. Come anche quelli celati all'interno di Casa Moore. "Benché sia sempre sfuggita all'inflazionato epiteto di casa 'infestata', le famiglie che vi si trasferivano impiegavano ben poco a uscirne, adducendo come motivazione che la felicità vi era bandita e che dormire sotto quel tetto era impossibile. Che vi fossero delle buone ragioni per tanto mancato riposo tra mura depositarie di tragiche reminiscenze bisogna ammetterlo. La morte era spesso passata di lì e, sebbene lo si possa dire della maggioranza delle vecchie abitazioni, di rado si può affermare, com'è questo il caso, che sia sempre sopraggiunta in maniera improvvisa e sempre con la stessa modalità." Vi va di fare un salto nella biblioteca di casa Moore?
É difficile capire il motivo per cui Catherine Green sia così poco conosciuta tra i lettori di gialli. É la madre del genere giallo, the mother of mystery, per i suoi connazionali. Ed il motivo diventa chiaro. Si parte dal ritrovamento di un cadavere nella biblioteca di una ricca casa di Washington di fine '800: é quello di Veronica Moore, giovane, sposa da meno di 2 settimane, appartenente ad una delle famiglie piú in vista della città. A condurre le indagini, un esperto coroner ma, soprattutto, un giovane ispettore, alle prime mosse sulle scene dei crimini ma dotato di grande intuito, spirito di osservazione e grande capacità di indagine. Ci sono tutti gli elementi classici del giallo ma ciò che rende questo romanzo straordinario é la maestria della scrittrice nell'introdurre il lettore al reale svolgimento dell'indagine. Diventa parte della squadra inquirente, viene a trovarsi tra i banchi del processo. Ascolta le parole dei testimoni e ricostruisce insieme al magistrato, il coroner, i giorni e gli attimi prima dell'evento delittuoso. Il libro scorre, il puzzle si costruisce dando la possibilità al lettore di farsi un'idea personale, di mettere insieme i fatti. Ma a questi, che sono elementi costitutivi ed essenziali del giallo, certamente qui portati a livelli straordinariamente avvincenti, si deve aggiungere un momento di puro lirismo. Ognuno é portato riflettere in generale sugli errori, anche fatali, che il desiderio di potere e controllo su noi e sugli altri puó portare a commettere. Per una completa recensione del libro, oltre che sulle indubbie qualità narrative della Green, bisogna soffermarsi sul difficile compito della traduttrice. Utilizza sempre un lessico convincente e pertinente alle diverse fasi della narrazione, riuscendo quindi a riportare in una lingua diversa da quella scrittrice gli intenti di quest'ultima e le varie sfumature che servono anche alla ricostruzione di fatti e protagonisti.
Un libro che mi ha sorpreso - al momento - in quello che è l’inizio del 2023 non può che essere ‘La Maledizione dei Moore’. Fino a qualche mese fa, in realtà, non avevo nemmeno provato a leggere un giallo, o provare a farmelo piacere. Per questo devo decisamente ringraziare sia Agatha Christie, sia la Chiara che mi ha quasi obbligata a leggerla. Come mi h consigliato questa lettura favolosa. Una storia di giallo che ti porta avanti nella lettura con un narratore interno senza nome, che potremmo essere benissimo noi! La cosa che ho preferito più di tutte è stato sicuramente avere il modo di vedere e leggere di come il caso si svolge in tribunale e le varie reazioni dei personaggi. Inoltre trovo la conclusione molto azzeccata, onestamente un finale perfetto che mi ha riempito il cuore di gioia. Devo ammettere che mi sono affezionata ai personaggi, soprattutto alla vera protagonista della storia, ovvero Veronica, che avrà per sempre un posto nel mio cuore.
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