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Nei suoi duecento anni scarsi di storia la fotografia ha sviluppato in tutte le sue articolazioni - ritrattistica, reportage fotografico, street photography, fotografia sociale, glamour e boudoir photography - specifici codici artistici, legati in parte alla sensibilità dell'autore degli scatti e in parte alle tecniche ed ai materiali utilizzati. E ciò è vero anche per segmenti meno frequentati dai fotografi più famosi, o impegnati o à la page quali la fotografia sportiva (si pensi alle immagini di Coppi e Bartali che si passano la borraccia, di Muhammad Ali che ha appena atterrato Sonny Liston o di Tommie Smith e John Carlos sul podio di Città del Messico con i pugni guantati di nero) o la fotografia di moda (e qui intendo riferirmi a certi scatti di Richard Avedon, Helmut Newton, Annie Leibovitz e alle campagne pubblicitarie, spesso provocatorie e dissacranti di Oliviero Toscani). E infatti, non a caso, ci si riferisce spesso alla fotografia con la definizione di ottava arte. Nessuno, comunque, a mio parere, ha esplorato le sue potenzialità artistiche, sia come disciplina autonoma, dotata di propri peculiari codici, canoni e strumenti espressivi, sia come forma comunicativa visiva e sensoriale potentemente connessa ad altre branche artistiche "tradizionali", quali la pittura e la scultura, come Man Ray, il fotografo oggetto di questa piccola, ma ben realizzata, monografia. Il libro della Contrasto si concentra così sulle opere realizzate con tecniche innovative e sperimentali quali: rayografia, solarizzazione, flou, distorsione, negativi, che ne fanno uno dei maggiori esponenti di dadaismo e surrealismo, e sui ritratti dei suoi amici artisti: Picasso, De Chirico, Magritte, Miró, Brancusi, Le Corbusier, Ernst, Tzara, Éluard, Giacometti, Duchamp, Breton, Eisenstein, Oppenheim, Soupault (ma fotografò anche Hemingway, Gertrude Stein, Sinclair Lewis, Joyce, Cocteau, Dalí e Lee Miller). Volumetto imprescindibile, come tutti quelli della collana FotoNote.
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