In-24° (13,6x7,7 cm), pp. 480, legatura coeva in pelle con titoli e fregi in oro al dorso a 5 scomparti. Al dorso, al primo scomparto in alto, mancanza di centrimetri 2,8x3 e, nel bordo inferiore dell'ultimo scomparto in basso, mancanza dalla forma irregolare: queste lacune sono state reintegrate da intervento di restauro eseguito con pelle di colore un pò più scuro e di tipologia differente rispetto alla pelle della legatura le parti integrate si presentano lisce, senza decorazioni. Piccola mancanza reintegrata anche nell'angolo inferiore sinistro del piatto posteriore. Al frontespizio, nell'angolo superiore destro, piccola lacuna reintegrata con carta giapponese (vedi foto). Tra le pagine 349-356, qualche errore di numerazione, ma testo completo e scorrevole. Alle pagine 305 e 395 due piccole abrasioni nel testo ben restaurate, con reintegro di alcune lettere a matita: a pagina 305, reintegrate, al rigo 15, \-bet inge-\ di \iubet ingenti\, al rigo 16 \-um a-\ di \virum ac\ e al rigo 17 \-edit-\ di \aggreditur\ a pagina 395, al rigo 1 \-aq(ue)\ di \sitientia q(ue)\, al rigo 2 \vident-\ di \videntq(ue)\ e al rigo 3 \-o\ di \vulgo\. Leggere arrossature ad alcune pagine, dovute al tipo di carta. Per il resto, ben conservato. Contiene: Poemata omnia, tam quae ad Christi veritatem pertinent, quam ea quae haud plane disiunxit a fabula, utraque seorsum ab alteris. Primo loco continentur: Hymni de rebus divinis, nunc primum editi Christiados libri. Secundo autem volumine: De arte poetica libri De Bombyce libri Scacchia liber Bucolica, Eclogae. Carmina diversi generis, pleraque non antehac edita. Tra i vari scritti, di notevole interesse i poemetti didascalici sul baco da seta e sugli scacchi. Marco Gerolamo Vida, letterato ed ecclesiastico italiano, nacque a Cremona nel 1485. Dopo i primi anni di formazione trascorsi alla scuola dell'umanista cremonese Nicolò Lucari, fu mandato a proseguire gli studi a Mantova, dove frequentò le lezioni di Francesco Vigilio. Durante il soggiorno mantovano entrò nell'ordine dei Canonici regolari della Congregazione di San Marco. Rientrato a Cremona nel 1505, si dedicò agli studi di teologia e filosofia e alla poesia in lingua latina. Risalgono a questo periodo, fra l'altro, le redazioni di due poemetti didascalici, uno sul gioco degli scacchi, Scacchia ludus, iniziato probabilmente nel 1507 e terminato nel 1513, che ebbe un notevole successo, con decine di edizioni e traduzioni in varie lingue, e uno sul baco da seta, De bombyce. Verso il 1510 si recò a Roma: qui strinse rapporti con numerosi intellettuali e artisti e si fece apprezzare come poeta. Nel 1533 ricevette la nomina a vescovo di Alba, ove però si recò solo nel 1535, momento dal quale si dedicò interamente alla propria missione pastorale. Nel 1545 partecipò al Concilio di Trento. Morì ad Alba nel 1566. Oltre ai componimenti sopra ricordati, tra le sue opere meritano menzione: la Christias, in sei libri, sorta di Eneide cristiana in esametri sulla storia della Redenzione, in stile virgiliano i Poeticorum libri tres, una poetica che celebra il culto della latinità di fronte all'ellenismo ormai trionfante il trattato in due libri De reipublicae dignitate, in una prosa modellata su Cicerone le Constitutiones Synodales, documento del primo concretarsi dei propositi e degli ideali della Controriforma.
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