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Anno edizione: 2020
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Un saggio davvero curioso e interessante, con fonti storiche desunte da Sofronio di Gerusalemme e Paolo Diacono. Si scopre la vita di questa Santa (considerata la patrona delle prostitute pentite), convertitasi alla vita erratica e monastica grazie all’intervento di Maria madre di Dio (‘Theotokos’) dopo una giovinezza trascorsa nella dissolutezza più assoluta, incentrata sulla prostituzione praticata senza freni e ‘per passione’ , come direbbe De Andrè. Nel deserto, sulle rive del Giordano, incontra Zosima (mastro nella mistagogia), un monaco che ha speso tutta la sua esistenza sulla mortificazione del corpo, per raggiungere l’apice della pura spiritualità. Un percorso il suo tutto incentrato sulla ricerca di una perfezione autoriferita e autogenerata , nella convinzione di averla ormai raggiunta senza bisogno di altri e di ‘altro’. L’ incontro fra i due ha un impatto devastante, soprattutto quando Maria racconta la storia della sua vita e della sua conversione. Ed è qui che Zosima rimane affascinato da questa figura femminile ( subito da lui considerata una ‘santa’ cui chiedere la benedizione) e riscopre tutta la sua attuale debolezza e anche gli errori del suo egotismo esasperato, ignaro delle pene, dei drammi e dei possibili percorsi sbagliati delle altre persone, ricondotte sulla retta via per intervento divino (come è capitato a Maria Egiziaca ). Bello il contrasto fra la spiritualità di Zosima e la carnalità di Maria, mescolate da una sorta di osmosi fra le due anime. Nella prima parte del libro ci sono il racconto e i commenti della Zorzi di questo incontro, rigorosamente ispirato alla traduzione del testo di Sofronio, riportato nella seconda parte.
molto bello
Conoscevo già la storia di Maria Egiziaza e le icone che la rappresentano: l'autrice ne fa una preziosa occasione per riflettere su maschile e femminile nella Chiesa, sui ruoli che lo Spirito sconvolge. Se all'inizio i due personaggi paiono rientrare nella tipologia classica, la donna peccatrice, il padre spirituale, i pochi incontri invertono le cose, in quanto Zosima comprende i limiti della sua esperienza di fronte alla trasformazione della donna e alla sua onniveggenza: si fa discepolo nell'assumere quel bisogno di redenzione che lei esprimeva così profondamente e il compito di prendersi cura di quel suo corpo da seppelire. Forse l'autrice a volte va un po' troppo oltre il testo, senza tener sufficientemente in conto i tanti aneddoti che rimandano coloro che si pensano arrivati a una santità "altra", quella che Papa Francesco chiama "della porta accanto", nel senso di non conosciuta, nascosta. Certo il fatto che qui siano di fronte un uomo e una donna rende la storia particolarmente significativa.
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