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I giovani aspiranti matematici si contano sulle dita di una mano, tra i banchi universitari che hanno ospitato le menti geniali del passato. Le facoltà scientifiche sono ormai in crisi cronica, le scienze pure vengono sempre più spesso ignorate in favore di corsi di studi che promettono applicazioni e soprattutto la tanto agognata assunzione. Ma è proprio vero che i neolaureati in Matematica o in Scienze matematiche sono destinati a rimanere disoccupati, oppure, nella migliore delle ipotesi, ad insegnare?
è vero che gli sbocchi lavorativi per coloro che non vogliono dedicarsi alla ricerca e all'insegnamento non sono molto numerosi, ed è altrettanto vero che spesso le università propongono dei percorsi di studio del tutto avulsi rispetto agli effettivi bisogni del mercato del lavoro. Ma a gettare un po' di luce sul triste panorama italiano provvede questo interessante saggio, scritto in collaborazione con il Ministero dell'Università, Confindustria, la rete ConScienze e il Ministero della Pubblica Istruzione. In queste pagine un gruppo di giovani ricercatori, coadiuvati dalla staff di ricerca del Consorzio AlmaLaurea e dalle associazioni dei matematici italiani Umi e Simai - hanno raccolto la testimonianza di circa cinquanta laureati in matematica che sono riusciti a trovare dei lavori alternativi all'insegnamento, più interessanti, più gratificanti sul piano economico e soprattutto creativi.
Sembrerebbe un controsenso, eppure la creatività è strettamente connessa all'attività del matematico, il quale non si limita a presentare delle soluzioni a problemi di natura puramente speculativa, ma al contrario affronta la sfida quotidiana della difficile ricerca della verità: il matematico cerca la strada più semplice per ottenere il risultato, prova, sperimenta, inventa. Visto da questa angolazione si comprende che il problema dei giovani matematici all'interno del mercato del lavoro consiste proprio nel far comprendere le peculiarità della propria formazione rispetto alle altre figure professionali, soprattutto fisici e informatici. Scorrendo queste pagine si scoprono competenze e professionalità impensate, si comprendono le motivazioni, le aspirazioni e anche le soddisfazioni legate al conseguimento di una posizione lavorativa appagante, si assiste alla rivalutazione di una figura professionale che sembrava destinata al tramonto.
Il fenomeno degli ultimi anni è infatti un'inversione di tendenza che vede mutare la percezione di questa disciplina da parte del grande pubblico. Il timore con cui ci si accostava a una materia essenzialmente ostica, per non dire oscura ai più, è stato progressivamente superato in favore di un atteggiamento di curiosità crescente, spinto anche dal proliferare di grandi eventi mediatici dedicati alla matematica. Tra gli altri, il grande successo del Festival della Matematica di Roma, che anche quest'anno, così come quello passato, ha visto un'enorme partecipazione di pubblico. Ma anche le altre manifestazioni nazionali, come gli incontri annuali "Matematica e cultura" organizzati a partire dal 1997 a Venezia e il Festival della Scienza di Genova, testimoniano un interesse crescente per la disciplina e per i suoi maestri.
Una ventata di cambiamento soffia sul mondo dei numeri, anche sulla scia di grandi successi editoriali - come i romanzi "Il mago dei numeri" di Enzensberger, "Il teorema del pappagallo" di Guedj o "Zio Petros e la congettura di Goldbach" di Doxiadis - o le opere divulgative (su tutti l'esempio di Piergiorgio Odifreddi, il matematico impertinente nostrano). Ma anche al cinema e a teatro assistiamo alla messa in scena di storie ispirate ai grandi matematici, come il film "A beautiful mind" tratto dalla storia vera di John Nash o la pièce "Infinities" allestita al Piccolo Teatro di Milano.
Una disciplina quindi, che si evolve attraverso nuove strade, che vanno dalla meteorologia all'analisi finanziaria, dalla logistica all'ITC, per rivolgersi sempre più spesso all'ambito della divulgazione scientifica e all'editoria. Un mondo che si apre verso l'esterno, attraverso pubblicazioni destinate agli esperti di settore ma anche attraverso convegni frequentati dal grande pubblico, in grado di conciliare la regolarità dei numeri con la creatività letteraria, la poesia e l'arte.
Un saggio che racconta la scienza e i mestieri degli scienziati, ma anche uno stimolo perché ogni giovane che intenda intraprendere questa difficile carriera trovi la voglia di condividere e comunicare al mondo i risultati della sua mente in fermento.
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