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scheda di Perosino, M., L'Indice 1986, n.10
Si conclude, con questo, la serie di tre volumi dedicati all'analisi dell'esperienza e della memoria dell'antico nell'arte italiana. Amplissimo il campo tematico e cronologico entro il quale si sono osservati, con indagini campione, i modi e le forme con cui l'antico ha attraversato la nostra cultura, ora come modello, ora come fonte d'ispirazione, ora come oggetto della ricerca scientifica. Apre il libro un saggio di P. N. Pagliara sul ruolo assunto dal "De Architectura" di Vitruvio nel dibattito architettonico italiano del '400 e '500; segue l'intervento di A. Nesselrath sui libri di disegni di antichità, con un'ipotesi di classificazione per tipologie. Originale è l'argomento affrontato da Ph.Sén‚chal, che prende le mosse dal diffondersi, dalla fine del sec. XVII, dei calchi delle statue antiche per poi ribaltare il problema e analizzare quale fosse l'atteggiamento nei confronti delle copie di epoca romana. G. Pucci riflette sul rapporto intercorso tra l'antico e le arti decorative, percorrendone la storia a ritroso, dal disegno industriale alle manifatture rinascimentali. O. Rossi Pinelli ricostruisce la storia del restauro delle statue antiche con un saggio ricco di spunti teorici; oggetto dello studio di L.Beschi è la riappropriazione, da parte della cultura occidentale, del patrimonio dei testi ellenici, rimasti avvolti, ancora per lo stesso Winckelmann, in una sorta di mito. Chiude il volume un saggio di S. Settis, che propone una ridefinizione ricca e articolata dell'atteggiamento nei confronti dell'antico nella coscienza e nell'esperienza artistica medievale.
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