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Riapro questo libro ogni volta che ho voglia di leggere qualcosa in bello stile, quando sono stanca di minimalismo, di una scrittura che deve riflettere per forza il nostro vivere e non si eleva alla ricerca di una perfezione lasciata ai classici. Pagg. 70 e 71 per tutte, ma solo perchè le ho rilette oggi. "Che sappiamo dimenticare, ce lo dirà soltanto il tempo. Una mattina ci risveglieremo cambiati, come se nella notte qualcosa fosse improvvisamente accaduto dentro di noi. In quel momento sapremo che la massa, macerata e compressa, dei nostri ricordi avrà generato un simbolo, da portare con noi per tutta la vita."
Citati riprende l'Odissea, la sua narrazione e ne mostra l'attualità e soprattutto l'influenza che essa ha avuto nella letteratura mondiale. Occasionalmente un po' prolisso, nel complesso abbastanza gradevole e in certi punti illuminante.
Ulisse è tortuoso, inganna, la sua mente è colorata, è variegata: "è scintillante e cangiante, piena di incanti e di seduzioni, misteriosa, intricata...". Nessuno più di Ulisse ama la famiglia, la casa, Itaca, per loro rinuncia all'immortalità che Calipso gli offre purché resti nell'isola di Ogigia, ai confini dell'Oceano. "Nell'Odissea nasce la religione della casa, che ha dominato per più di venticinque se-coli l'Occidente, imbevendo completamente di sé il romanzo dell'Ottocento, fino e oltre 'Guerra e pace' e 'Anna Karenina' " . Ulisse vuole essere soltanto un uomo: ama le cose mortali. Come Ermes è "avido: ama il denaro, i tesori che ha raccolto tra i Feaci, che Alcinoo e Arete hanno riposto in uno scrigno, di cui, Ulisse, chiude il coperchio con un nodo insegnatoli da Circe...Anche questa avidità fa parte del suo amore per la casa (l'oikos) e la patria". Con Ulisse finisce il mondo eroico dell'Iliade: "L'antico ascoltatore dell'Odissea sentiva Ulisse molto vicino, a differenza di Achille che era irrime-diabilmente remoto. Ulisse era come lui, aveva una casa, dei beni...Ormai gli dei erano lontani: non c'erano più guerre eroiche, i mondi utopici erano stati distrutti. Non restava altro che custodire la ca-sa, le greggi, la dispensa piena d'oro e il vino dolcissimo".
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