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I vari capitoli affrontano moltissimi temi che ruotano sui rapporti tra azione economica e morale (nella sua novità cognitiva), nell’intersecarsi continuo e a diverse intensità storiche tra società, politica, istituzioni, mercato, ecc. Belle le pagine che delineano l’intervento pubblico in Nitti, Stingher, Beneduce, Menichella,Segrebondi, Balbo, Baronetto, Vanoni, Saraceno, Maritain, Paolo Vi e intellettuali vari per un processo omogeno di sviluppo da configurarsi come una proiezione cronotopica significativa in sé, nel criterio metodologico della ricerca delle determinazioni essenziali, nei reciproci rapporti tra sistemi ec. giur. ideol.Bisogna passare dall’intervento tecnico a quello civile, nelle forme di relazione e cooperazione in una nuova economia politica anche nello scambio fuori dal mercato: fiducia non calcolativa e non istituzionale nel tipico rapporto maussiano di contro-dono e di obbligazione. Il sincronismo adattivo e la mano visibile dello stato (vedi città mediterranee es. Barcellona e Istanbul) e digitalizzazione dell’ economia (disintermediazione e trasmigrazione del valore; integrazione digitale) tra giustizia distributiva e commutativa. Serve comunque una nuova morale di sostegno rinnovando la cultura stakeholders affiancata virtuosamente a shareholders nei bisogni di orientamento proattivo degli attori profit: il localismo virtuoso non confligge con globalizzazione impetuosa, e il non-profit non si trasforma in ostacolo del profit, contribuendo all’umanizzazione e alla via sempre più equitativa realizzazione di un capitalismo temperato (dalla difesa della persona e dei suoi giusnaturalistici valori, che ne fanno un patrimonio universale e non mercificabile). Dono e valore non si oppongono, fertilizzano, invece culture e relazioni sociali distinte
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