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Anno edizione: 2019
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Il metro della felicità è un libro divertente e al tempo stesso profondo, che nel ridisegnare i confini del nostro sguardo sul mondo ci aiuta a capire qualcosa in più delle leggi economiche che lo governano. E di noi stessi.
Tutti gli economisti, ma proprio tutti, ve lo assicuro, parlano di felicità. E alla felicità delle persone vogliono arrivare attraverso le scelte e le politiche che promuovono.
Esiste uno strumento in grado di misurare la felicità? Il denaro è ancora un elemento imprescindibile del benessere di un individuo e di una nazione? Perché il livello del Pil – il famigerato prodotto interno lordo da cui dipendono le nostri sorti – è così importante? È davvero un indicatore affidabile oppure aveva ragione Bob Kennedy quando, in un famoso discorso tenuto nel 1968 alla Kansas University, fece notare che il Pil «mette nel conto le serrature speciali per le nostre porte di casa e le prigioni per coloro che cercano di forzarle»? Prendendo spunto da questi e altri interrogativi il libro di Luciano Canova cerca di sfatare un luogo comune duro a morire: che gli economisti, alfieri di una «scienza triste», non si siano mai occupati di felicità. È vero il contrario. Insieme ai filosofi, i primi a porsi la domanda cruciale – che cosa ci serve per vivere una vita migliore? – sono stati i padri della scuola neoclassica. Poi, soprattutto nell'ultimo mezzo secolo, fior di economisti e premi Nobel – da Easterlin a Kahneman, da Samuelson a Kunets – hanno proseguito il loro cammino, dedicandosi allo studio delle principali dinamiche comportamentali che inducono le persone a compiere certe scelte, anziché altre, in tema di lavoro, acquisti, tempo libero, relazioni sociali. I risultati dei loro esperimenti empirici – che Canova riassume in maniera semplice e illuminante – mostrano che accanto al reddito e alla salute vi sono altri elementi che concorrono a una vita felice: la propensione alla generosità, il supporto sociale, la libertà di prendere una decisione in autonomia, il grado di fiducia nella comunità in cui si vive, e in particolare la motivazione, vero e autentico motore delle decisioni. Ecco perché politiche ispirate alla sola crescita economica e materiale rischiano di perdere di vista il ruolo giocato da altri fattori imponderabili ma di assoluto valore per una società complessa come quella attuale, alle prese con la rivoluzione digitale e l'avvento dei Big Data. Il metro della felicità è un libro divertente e al tempo stesso profondo, che nel ridisegnare i confini del nostro sguardo sul mondo ci aiuta a capire qualcosa in più delle leggi economiche che lo governano. E di noi stessi.
Indice
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Una lettura davvero interessante, anche per coloro che non amano molto l'economia, come me. D'altra parte, vivendo immersi in una società nella quale non è consentito nascondersi dietro l'ignoranza, era una lettura necessaria. Facilitata dalla fiducia in Luciano Canova, che aveva già dato buona prova di sé con "Galileo reloaded", mi sono lanciata. Devo dire che le storielle presenti nel testo hanno aiutato a dare un po' di leggerezza al tema, ma la verità è che, pagina dopo pagina, ho capito che il vero fulcro del discorso non era solo l'economia, ma il ruolo delle mie aspirazioni nel mio benessere, il peso del confronto con gli altri... Insomma, al contrario di ciò che pensavo, il libro mi ha permesso di fare riflessioni molto simili a quelle che si fanno abitualmente quando si pensa alla propria vita e ai propri obiettivi raggiunti, ma a un livello superiore. Grazie, Luciano, per queste riflessioni, che ora avranno una base più scientifica.
Ho scoperto questo libro di Luciano Canova grazie ad un incontro con l'autore nella mia città, può sembrare banale ma mi ha insegnato moltissimo. Partiamo dal fatto che la felicità non si riesce a misurare, non è assolutamente qualcosa di razionale, quindi "il metri della felicità" è un paradosso, ma non possiamo fare a meno di essere felici e soprattutto di ricercare la felicità, quindi questo libro, tramite statistiche e ragionamenti molto intelligenti, mi ha fatto pensare a quanto tempo spreco a voler essere felice, ma faccio sempre le solite cose e non lo sono, un libro illuminante che consiglio a chiunque abbia la curiosità di vivere.
Recensioni
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“Il Metro della Felicità” è un titolo appropriato per una riflessione che prima o poi facciamo tutti, specie coloro per i quali i numeri sono musica: come si misura la felicità?
Il libro trae la sua originalità nell’approccio apparentemente semplice, ma molto ricercato, con cui si introduce la parola felicità in economia, nonché il senso della stessa nei secoli, creando un parallelismo che perdura durante l’intero volume, partendo dall’affresco realizzato da Raffaello Sanzo “La Scuola di Atene”, in cui in una scena sola si riassumono l’evoluzione e la coesistenza delle due teorie filosofiche classiche. Si trovano infatti al centro della scena Platone ed Aristotele: l’uno che indica verso l’alto, verso l’elevazione e l’altro, empirico, che sta ad indicare la sperimentazione, il realismo, la soddisfazione del bisogno.
Il volume è uno stimolo, un punto di partenza, un acuto percorso dove annotare con un taccuino curiosità, approcci differenti e mutamenti che nel corso del tempo hanno impattato il concetto di felicità e le sue sfaccettature in senso ampio, in modo da potersi dedicare in un secondo tempo ad approfondimenti e riflessioni che possono portare lontano.
Da subito emerge come il reddito (ad esempio il PIL – Prodotto Interno Lordo) sia un misuratore parziale e talvolta fuorviante delle felicità, in quanto non riesce a catturare il valore di qualcosa che ha prezzo zero, ma può spostare l’incontro tra domanda ed offerta ed inoltre è inficiato dall’avvento della nuova economia.
Il paradosso di Easterlin per cui si sta meglio quando si sta peggio insieme con l’adattamento edonistico e l’assuefazione; i metri di valutazione quali: il World Happiness Report, il diario della felicità, la ricerca effettuata dal Governo inglese per misurare la felicità del cittadino al fine di comprenderne le leve e come influenzarla; “la fortuna di non essere un Beatles”, il concetto di felicità sintetizzata, la capacità di adattarsi alle circostanze e trovare la propria felicità; l’influenza dei new-media e dei big-data nella concezione di felicità e la fisica sociale come nuova materia di studio… Questi alcuni dei concetti illustrati in maniera accattivante durante il percorso attraverso la felicità, nutriti con una ricca bibliografia.
Su tutti, un’idea impera: l’uso del tempo, più che scaffali pieni di oggetti, dà il senso alla vita e riempie di felicità, insieme con la volontà di essere felici – anything you want to be.
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