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"Mind Games" è un Urban fantasy abbastanza interessante e originale. Le idee sono molto buono, ma sono sviluppate male. In particolare alcune scelte della protagonista risultano sciocche e forzate, ma non perché davvero tali, bensì perché l'autrice non è riuscita a creare giustificazioni valide. La moralità in narrativa non è altro che il convincere il lettore che certe azioni inizialmente presentate come negative siano in realtà giuste, per poi sbattergli addosso le conseguenze nefaste e quindi un altro cambio di prospettiva. Questo l'autrice non è riuscita a farlo in quanto la protagonista sceglie quasi subito (dopo un iniziale rifiuto) di salvarsi facendo azioni che normalmente considererebbe ingiuste, ma senza che siano date giustificazioni valide all'aver scartato altre opzioni (psicoterapia cognitivo-comportamentale? Psicofarmaci?). Tutto ciò è aggravato da uno stile dilettantesco e da primissima stesura. Editing, questo sconosciuto. Davvero, non sono tollerabili tutto queste scene così raccontate da sembrare il riassunto del riassunto! Il filtro del POV è gestito bene, ma siamo in prima persona e quindi sarebbe stato difficile il contrario. Il conflitto è gestito decentemente, ma nulla di eccezionale. Concludendo, "Mind Games" si salva solo per le idee di partenza. Con un buon editing, Crane avrebbe potuto pubblicare un buon romanzo. Peccato.
Un libro che non è un capolavoro, ma neanche una delusione totale. Sinceramente, avrei apprezzato la presenza di più supermenti, che dessero un pò più di azione (che non manca del tutto, ma quella presente nel libro, è più un azione mentale, dovuto al potere dei disillusionisti). Alcuni lo hanno giudicato confusionario, ma arrivando alla fine, i dubbi cessano. Sinceramente, ho apprezzato il finale, non aperto, o almeno non troppo, perchè non continuerò la seria, ma unicamente perchè non ho trovato quello che cercavo, non perchè il libro fosse brutto.
Mind Games è il romanzo d'esordio e il primo volume di una trilogia urban fantasy per adulti che vede protagonista Justine Jones, una donna con una forma di ipocondria che la porta a condurre una vita non facile per se stessa e chi le sta intorno. Un bel giorno, incontra Sterling Packard che le prospetta di avere una cura per il suo problema e di volerla aiutare. Packard però è un tipo misterioso, pericoloso e affascinante e gestisce un gruppo di persone con poteri singolari (chiamati disillusionisti) con lo scopo di riportare sulla retta via criminali della peggiore specie. Justine è una ragazza che vorrebbe vivere una vita normale, cerca in tutti i modi di nascondere le sue ossessioni e non si piange addosso. Cerca di fare la cosa giusta soprattutto davanti a questioni morali ma ha le sue pecche. Sicuramente suscita le simpatie del lettore. Il romanzo è scritto in prima persona (l'unico punto di vista è quello di Justine) ed è ambientato in una città immaginaria chiamata Midcity. Ammetto che all'inizio ho avuto non poche difficoltà ad immergermi nel romanzo perché l'autrice ti catapulta immediatamente nella storia, spiegando poco o niente del contesto in cui è ambientata (avrei voluto conoscere le origini di questo tipo di società fatta di supermenti e Co.). La trama è basata principalmente sul risvolto thriller che risulta intrigante, peccato che sia anche inquietante (se siete ipocondriaci meglio lasciar perdere perché ci sono continui riferimenti, anche molto dettagliati, a malattie angoscianti). Naturalmente non poteva mancare il risvolto romantico, che si sviluppa in maniera alquanto insolita e con un livello di sensualità abbastanza alto anche se rimane un aspetto secondario. E' abbastanza scorrevole (alternanza di momenti coinvolgenti e momenti noiosi), un pizzico di ironia che non guasta, atmosfere cupe, personaggi ben sviluppati e una trama originale.
Recensioni
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