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Il libro ripercorre gli anni a cavallo della grande guerra di una famiglia di Cantiano piccolo paese del pesarese. Scritto in tanti piccoli aneddoti di 2/3 pagine l'uno dove i protagonisti sono il padre, la nonna, i bisnonni e altri abitanti del paese. Particolarmente toccante la parte dove l'autore descrive gli anni di prigionia del padre nei vari campi dove i nazisti avevano recluso i militari italiani dopo l'armistizio. Bellissimo libro che scorre molto bene e ci fa tornare indietro alla memoria di tempi che molti hanno dimenticato.
“Un minuto in più”, di Martino Panico, è un libro molto peculiare. La lettura si dipana scorrevole lungo dei brevi racconti che narrano eventi realmente accaduti durante un periodo molto particolare per la Storia italiana e mondiale, dagli anni ’20 agli anni ’70 del 1900. Il tono familiare e paesano, il cui realismo è accentuato in modo esponenziale dal bell’uso del dialetto di Cantiano, comune natale dell’autore, fa da sublime contrappunto alla Storia con la “S” maiuscola che trasuda dalle pagine, dalle parole, dalle testimonianze, dalle dure prove vissute dai vari personaggi. E questa Storia, esposta con una disarmante quanto intelligente luminosità, percorre i punti salienti del “secolo breve”, delle sue colpe e delle sue potenzialità di riscossa: dall’avvento del fascismo al golpe in Cile, passando per la guerra, la prigionia nei lager, la resistenza, la ricostruzione, l’emigrazione del secondo dopoguerra, senza mai tralasciare le aspirazioni e le passioni dei singoli sul sottofondo della comunità di appartenenza, caratteristica che, lungi dal contrarre la dimensione degli accadimenti narrati, ne potenzia la portata, rendendo il lettore umanamente empatico rispetto a ciò che viene raccontato. Si diventa partecipi in modo intimo di ciò che l’autore ci narra. Si ride, si piange, ci si arrabbia, si diventa tristi e allegri. In una parola, si vive la lettura, ma la si vive in maniera davvero personale. In ogni racconto c’è una perla di saggezza, in ogni racconto c’è una lezione di vita e di dignità, in ogni racconto c’è la storia del singolo che è parte indivisibile della Storia dei popoli. Ogni racconto è un’opera da scoprire, e nel verismo di ognuno di essi il lettore trova qualcosa anche di sé, dei suoi cari, delle sue memorie della vita familiare e comunitaria, dei fatti conosciuti direttamente o a loro volta raccontati. L’autore scrive di aver voluto fare una scommessa, con il taglio di questo libro. Beh, direi che la scommessa è è stata vinta in pieno.
Senza la testimonianza non esiste memoria. Bravo Martino Panico!
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