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Il viaggio di ritorno verso Itaca da parte di Odisseo è caratterizzato da mille avventure in posti fantastici dominati da creature mostruose. Un viaggio che non avrà mai fine.
Questo non è il Manfredi che ricordavo e di cui ho letto molto in passato.Noiosissimo!!! Gli episodi tipici dell'Odissea che tutti conosciamo,come le sirene,Polifemo,la maga Circe ecc.. sono raccontati molto velocemente. Diciamo che dopo 100 pagine già sono stati tutti trattati. Finale deludente. Unica nota positiva la sempre ottima capacità dell'autore di descrivere le situazioni,i personaggi e i luoghi.Sembra davvero di essere lì,nella casa della maga Circe o davanti alla porta dell'Ade nella fitta nebbia.
Secondo appuntamento con l'affascinante personaggio di Odysseo in viaggio verso casa. Quella descritta è la classica Odissea che tutti noi conosciamo e con cui siamo cresciuti. Manfredi, scruta col suo occhio esperto una delle leggende più conosciute rivelandoci avvenimenti e sfumature nuove. Buon romanzo, sicuramente lontano dagli standard di eccellenza dell'autore, ma in ogni caso una buona lettura da non perdere!
Recensioni
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Odysseo, per antonomasia l'uomo ingegnoso e multiforme, grazie ad un abile stratagemma ha finalmente espugnato Troia. Sono passati dieci anni dall’inizio della guerra e l’eroe non desidera altro che ritornare agli affetti familiari e alla sua Itaca. Intraprende così un lungo strepitoso viaggio di ritorno, una nuova avventura piena di continui incidenti e incredibili peripezie, contrastata dall’odio di un dio avverso: Poseidone.
Valerio Massimo Manfredi con Il mio nome è Nessuno. Il ritorno conclude la duologia dedicata all’eroe più complesso della mitologia greca. Dopo aver descritto l’infanzia e la formazione di Odysseo ne Il giuramento, l’autore chiude la narrazione con il racconto più avventuroso di tutti i tempi: il viaggio di ritorno.
In passato Manfredi, archeologo e studioso del mondo classico, si era già imbattuto in un simile esperimento narrando, attraverso una trilogia, la nascita e la morte del grande condottiero greco Alessandro Magno, ma questa volta ha il merito di veicolare la conoscenza del mito al grande pubblico e soprattutto ai giovani che hanno letto di un eroe molto simile agli uomini, pieno di contraddizioni, in cui coesistono gloria e debolezza, ingegno e distruzione, capace di soffrire e infliggere sofferenza.
La narrazione, così come nel primo capitolo, continua ad essere in prima persona. Il lettore è immerso nei pensieri e nel modo di vedere la vita di Ulisse, gioisce delle sue vittorie ed è angosciato dai suoi fallimenti, Manfredi ci restituisce l’idea di un eroe molto più umano e meno divino.
Il viaggio di ritorno è un racconto strepitoso, costellato da incontri spettacolari e da crisi laceranti. Odysseo deve continuare a combattere, ma da solo, contro i continui ostacoli che Poseidone, adirato con lui, gli scatena contro. Sarà un viaggio lunghissimo durante il quale l’eroe dovrà tenere testa ad innumerevoli pericoli e affinare ancor di più l’ingegno per riuscire ad arrivare a casa. Un cammino che lo porterà soprattutto alla conoscenza di se stesso.
Leggeremo dell’attacco ai Ciconi, dell’inganno a Polifemo, di Circe e delle sirene: dodici avventure in cui l’insidia sarà a volte manifesta e a volte latente.
Ulisse in letteratura rappresenta l'uomo affascinato dall'ignoto e il suo viaggio la voglia di sfidare quell’ignoto. L’impresa di confrontarsi con il mito è un’operazione coraggiosa per Manfredi perché da Virgilio a Joyce sono tanti i classici che si sono rapportati con Ulisse. L’autore si inserisce pienamente in questa tradizione regalandoci una figura molto umanizzata, lontana dall’idea dell’eroe presuntuoso e stratega che abbiamo conosciuto sui libri d’epica.
L’Ulisse di Manfredi è un uomo solitario, pieno di dubbi e sofferenze. È mosso dall’intelligenza e dall’intraprendenza, diventa eroe tappa dopo tappa senza abbandonare mai la capacità di conoscere gli uomini e di adempiere ai suoi doveri. È angosciato dall’idea di non riabbracciare mai più Penelope, ma allo stesso tempo è risoluto nell’affrontare tutti gli ostacoli che gli si pongono davanti.
Un linguaggio semplice e lineare, ma impreziosito da termini greci, che ci fa vivere l’emozione di un tempo e di un mondo pieno di uomini straordinari e di avventure fantastiche. Con un'attenzione fortissima alla materia epica Manfredi riscrive il poema utilizzando come io narrante la voce stessa del protagonista. Una voce forte e assoluta che vibra come un’arma durante le battaglie ed è piena di poesia quando con il pensiero abbraccia i suoi cari. Un racconto potente e struggente che svela Ulisse in tutta la sua umanità.
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