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I pamphlet, e più in generale i libri piccoli e piccolissimi, conobbero una significativa fortuna nel nostro paese quando il successo dei “Mille lire” di Stampa Alternativa (chi volesse fare un viaggio nostalgico – e scoprire o riscoprire non pochi gioielli – sappia che possono essere tutti scaricati gratis all’indirizzo http://www.stradebianchelibri.com/millelire.html), subito affiancati da quelli Newton Compton, aprì letteralmente lo spazio in libreria per simili oggetti: si moltiplicarono le rastrelliere, gli scaffalucci, gli angolini dedicati, e il microlibro prosperò. Passata la moda, quello spazio fu riconquistato dalla vorace scaffalatura tradizionale, quando non dall’oggettistica e dalla cancelleria che nel frattempo aveva invaso le librerie, e la scoperta di un buon pamphlettino tornò a essere un colpo di fortuna da bibliofilo avveduto, o il frutto dell’attenzione del singolo libraio capace di salvarlo dall’annegamento immediato che ineludibilmente cagiona la messa a scaffale assieme a volumi più grossi e distribuiti in più copie.
Nell’attuale epoca di sommersione del pamphlet, vengono in aiuto strumenti laterali come le Classifiche di Qualità o i banchetti negli spazi sociali, e in tanti dobbiamo all’incrocio dei due la scoperta del bel Miti e molotov di Margaret Killjoy, pubblicato dalla nuova e militante casa editrice Contrabbandiera, un battagliero libello in cui si raccolgono interviste a scrittori anarchici sul rapporto tra credo libertario e narrativa letteraria – rapporto che i succitati banchetti già un po’ esplicitano, se si guarda alla clamorosa sproporzione tra i moltissimi saggi e i pochi, pochissimi romanzi. Solo le interviste a Ursula K. LeGuin, Michael Moorcrock e Alan Moore valgono il prezzo di copertina, ma c’è molto di interessante anche nelle parole di figure assai più sotterranee, come il Professor Calamity, Lewis Shiner o Cristy C. Road, oltre che in quelle di un anonimo attivista di CrimethInc., progetto editoriale (e informativo) che ha rinfrescato in modo deciso il panorama dell’editoria anarchica globale.
Recensione di Vanni Santoni
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