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Senza sinossi, mi ha attratto sia il titolo che il prestigioso autore, aspettandomi un saggio sui nazionalismi che tanto hanno segnato il secolo scorso; ed oggi, sembra riprendere vigore con chi si scaglia contro gli immigranti così diversi per cultura, per lingua tradizioni ecc. Savater di etnia basca, qui descrive le contraddizioni del nazionalismo basco ed il controverso tentativo di separarsi dalla Spagna, formando, magari una nazione a sé, ricorrendo anche al terrorismo che egli condanna senza appello. Se da una parte son rimasto deluso, dall'altra ho trovato il parallelismo con l'Alto Adige che conosco bene, per la presenza di etnie così diverse: tedesca e ladina, che non si identificano come cittadini italiani e non vogliono confondersi con la nostra cultura, loro imposta dalla Prima Guerra Mondiale. E' pur vero che sia il franchismo spagnolo come il fascismo in Italia, hanno abusato, sopprimendo il diritto alle rispettive identità al punto di proibir le rispettive lingue; tuttavia, oggi i tempi sono cambiati. Infatti, sia in Alto Adige che nel Paese Basco vige piena democrazia ed anzi, nel caso italiano, gli Altoatesini godono una certa autonomia e perfino di privilegi che gli altri Italiani non hanno. Qui l'autore condanna i radicalismi dei violenti attentati degli indipendentisti, come pure le reazioni del potere pubblico, che ha combattuto tale violenza adottando pratiche illegali con altrettanta ambigua violenza. In conclusione, egli spiega come nel Paese Basco non vivono solo cittadini di etnia basca, così come in Alto Adige, almeno nelle città, vivono altrettanti cittadini di lingua italiana e quindi, è assolutamente utile ed opportuna la pacifica convivenza di distinte etnie, proprio perché la diversità costituisce un vero patrimonio e tutti possono godere il privilegio di questo ricchezza che ci distingue. Approvo l'opinione con cui difende i valori della diversità: tutti abbiamo molto da imparare dagli altri, come gli altri impareranno da noi...
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