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Un disco di rara bellezza sia dal punto di vista del suono che da quello delle composizioni. Veramente un disco che mi sento di consigliare a chi ama il rock melodico, pieno di energia e freschezza.
Rock band gallese dalle fortune alterne, anche a causa delle vicissitudini personali dei componenti del gruppo, i Manic Street Preachers ebbero la loro consacrazione nel 1996 con il grande successo di Everything must go, primo, meraviglioso album dopo l'improvvisa scomparsa - probabilmente dovuta a suicidio - di Richey Edwards, chitarrista e songwriter del gruppo. A design for life, hit spaccaclassifiche insieme alla title track Everything must go, divenne un vero e proprio inno della working class britannica in cui i M.S.P. affondano le loro radici. Da allora i quattro superstiti predicatori hanno sfornato altri quattro studio album, compreso questo Send away the tigers. L'incipit dell'album è rappresentato proprio dalla title track, in pieno stile Preachers: un AOR ben lontano dal punk degli inizi, nonostante vengano spesso etichettati come gruppo alternative rock (appellativo che vuol dire tutto e niente), in cui la voce limpida, acuta, quasi metal (penso a gruppi come Firehouse e Steelheart) di James Dean Bradfield, si accompagna a chitarre arrembanti, piene, corpose nei pezzi più veloci, per poi farci sciogliere il cuore nelle non rare ballads. La seguente Underdog è un inno post punk molto efficace ed incalzante, che lascia il posto al pop rock di Your love is not enough, un efficacissimo duetto al microfono tra Bradfield e la bella Nina Persson, vocalist dei The Cardigans. Attraverso la bella Indian summer e la malinconica The second great depression giungiamo alla militareggiante batteria di Redention, un brano spiazzante che sembra una sorta di inedito dei Beatles suonato dai Green Day. Autumn song, con le chitarre iniziali alla Ligabue, è un piccolo capolavoro che anticipa la grintosissima I'm just a patsy. Imperial bodybags è un rock n' roll vecchio stampo, mentre Winterlovers una romantica ballad da brividi - ricorda vagamente i lenti degli Scorpions vecchia maniera - che apre il sipario ad un finale che è da applausi: un bellissima versione di Working class hero del compianto John Lennon. Felino!
Forse esagero ma potrebbe essere il disco più bello dei Manic e se così non fosse è un capolavoro!!! "Autumnsong", "Send away the tigers", "I'm just a patsy" e "Underdogs" le gemme, ma anche il duetto con Nina Persson dei Cardigans "Your love alone is not enough" è molto bello. Questa è una grande band e meriterebbe maggiore attenzione in Italia (nella classifica UK sono secondi soltanto agli Arctic Monkeys...)
Recensioni
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