Edizione in vinile.
I Moaning si definiscono per il loro dualismo. L’irritante trio post-punk formato dai veterani del DIY losangelino Sean Solomon, Pascal Stevenson e Andrew MacKelvie, ha preso vita almeno 10 anni prima che i tre iniziassero a suonare insieme.
Il loro appassionato debutto nasce dalle esperienze dei membri della band, creando un suono unicamente oscuro e sincero. Anche se la band (molto giovane) ha appena iniziato il suo percorso, i toni cavernosi del loro primo lavoro eponimo enfatizzano i tumulti dell’era in cui sono nati. Un’era in cui le infinite possibilità di arte e creatività vanno di pari passo con la paura e i dubbi di un futuro incerto.
Il concept di “Moaning” è nato quando Solomon ha inviato a Stevenson e MacKelvie la prima demo di ‘Don’t Go’, spingendo l’acceleratore sul successivo impulso compositivo. I tre hanno scarnificato la primitiva registrazione di Solomon, ci hanno aggiunto le sincopate batterie di MacKelvie e le melodiche linee di basso e i synth di Stevenson, dando al brano una personalità poliedrica e coerente. Il disco da forma al suono conflittuale della band costruendosi sulle esperienze personali e sulle influenze di ciascun membro della band.
“Moaning” oscilla dal sentimentale al catastrofico, nascondendo miti e introspettivi testi in brani dance trascinanti, con evidenti legami sonici con alcuni degli eroi musicali della band, come New Order, Broadcast e Slowdive. L’approccio giovanile della band si scontra con il peso degli argomenti trattati, come perdita, routine e salute mentale, riflettendo le ansie che la maggior parte della loro generazione deve affrontare ogni giorno.
Se molte giovani band ci mettono anni a trovare il loro sound e la propria identità musicale, i Moaning hanno costruito invece un sound e una visione ben solide, grazie agli anni passati a suonare nei seminterrati, nei bar e nelle sale da ballo, e “Moaning” è il meritato frutto del loro duro lavoro.
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