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Gian Domenico Romagnosi giurista filosofo e politico vissuto tra il 1761 e il 1835 fu autore di significative opere giuridiche tra cui la monumentale Genesi del diritto penale che valse a segnalarlo come uno dei più promettenti criminalisti del tempo. Manifestò simpatie filorivoluzionarie che tra il 1799 e il 1800 gli costarono anche il carcere. A Milano nel 1806 ebbe l'incarico di rivedere il progetto del codice di procedura penale che gli aprì una carriera di funzionario presto interrotta per la più consona cattedra di diritto civile nell'Università di Pavia seguita da quella di professore di alta legislazione nelle Scuole speciali di diritto e di consulente amministrativo del nuovo Regno d'Italia. Tra le molteplici attività di pubblicista quelle culturalmente e politicamente più caratterizzanti si manifestarono successivamente nelle collaborazioni all'"Antologia" del Vieusseux e al "Conciliatore" che lo legarono al movimento liberale e antiaustriaco. Radiato da ogni incarico si ritirò a vita privata continuando i suoi studi attenti a caldeggiare un sistema democratico e una società aperta al mutamento economico. Ghiringhelli raccoglie in questo libro tredici saggi che riassumono due decenni di ricerche e che ripercorrono alcuni nodi della vita e del pensiero di Romagnosi dalle giovanili passioni per la filosofia utilitaristica alle teorie giuridiche della maturità portando anche l'attenzione all'influenza esercitata su alcuni intellettuali del Risorgimento liberale e repubblicano quali Carlo Cattaneo che fu il primo e più amato degli allievi Giuseppe Ferrari Francesco Ferrara e Giuseppe Montanelli.
Dino Carpanetto
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