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Dopo Stranalandia non pensavo che avrei più rincontrato il Babonzo! Invece eccolo qua di nuovo. Un libro per bambini, da raccontare e mostrare! Ho un nipotino di pochi mesi, ma gli ho già presentato tutti gli strani animali del libro (autori compresi!!!)
Recensioni
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I libri dedicati agli animali immaginari costituiscono quasi un genere letterario a sé stante, che comprende testi assai diversificati tra loro. Si può spaziare dall'erudizione, come nel Manuale di zoologia fantastica di Jorge Luis Borges (Einaudi, 1962), all'esibizione di scientificità. Quest'ultima può avere fini umoristici, come in I rinogradi di Harald Stümpke (Muzzio, 1992), in cui si finge la scoperta di un nuovo ordine di mammiferi, i rinogradi appunto, caratterizzati da un eccezionale e multiforme sviluppo del naso, o educativo-didattici, come in Animali dopo l'uomo. Manuale di zoologia del futuro, di Dougal Dixon (Rizzoli, 1982), in cui si immagina come potrebbe essersi evoluta la vita sulla terra a cinquanta milioni di anni dalla scomparsa dell'umanità. Mondo babonzo, che riprende tra l'altro alcune delle invenzioni già presentate da Stefano Benni in Stranalandia (Feltrinelli, 1984), non è riconducibile a nessuno di questi filoni. Ciascuno degli animali immaginari, raggruppati in diverse sezioni (Animali estinti, Creature immaginarie, Bestiario, Cantiere) e illustrati da Altan o riprodotti tridimensionalmente da Pietro Perotti, è introdotto da una breve didascalia che ne mette in luce le particolarità. Talvolta la spiegazione costituisce una sorta di apologhetto, che presumibilmente contiene una morale: si veda il caso della Viponia, che "si aggira nei luoghi frequentati da Vip", e in genere fa una brutta fine, o del Turborano, una specie di cormorano che "dopo il passaggio di una petroliera che per fatale combinazione scaricò centomila tonnellate di greggio, si è dovuto adattare al nuovo ambiente". Ma le didascalie più divertenti sono forse quelle brevissime e folgoranti della sezione Bestiario, dovute ad Altan: si veda per esempio la Beccaccia amorosa, "squisita all'arancia, o laccata alla cantonese, o mantovana. Vive, non a lungo, nelle mangrovie o nei campi di mais. Non ha denti", o il Fintomorto, "animale di alto lignaggio darwiniano, astuto e saporito. Estinto" (ma per capire di che si tratta, e gustare la sottigliezza della descrizione, bisogna vedere il disegno). Per rimanere in ambito "zoologico", vengono in mente due padri nobili per questi nonsenseun po' stranianti: Le galline pensierose di Luigi Malerba, e Il primo libro delle favole di Carlo Emilio Gadda. Guido Bonino
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