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Un'opera fortemente compatta, pensata e organizzata unitariamente, in cui la parte centrale è il cuore "politico", che racconta il presente e mette in discussione ciò che sono diventati negli anni recenti gli ideali della democrazia, dell'uguaglianza, della cultura di massa.
«Una fiction dalle inquietanti similitudini con la realtà» - Corriere della Sera
Un intellettuale omosessuale, il dottor Marx, così chiamato per la sua somiglianza con il filosofo, che viene misteriosamente ucciso. L'emozione di una commessa di supermercato che incontra "Rocco del Grande Fratello", nuovo Apollo dell'Olimpo catodico. E poi l'incontro di uno scrittore di nome Sebastiano con una prostituta nigeriana e lo scontro tra un sostenitore della partecipazione elettorale e un cittadino che non vuole votare. Queste e molte altre storie - racconti, apologhi e anche un dialogo di tipo leopardiano - danno vita a un libro che descrive le mutazioni antropologiche dell'uomo contemporaneo e la dissoluzione senza speranze dei miti che ci hanno accompagnato dalla Rivoluzione Francese.
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Una nota dell’autore, in chiusura della silloge, avverte: “Dopo aver pensato per vent’anni (credo a ragione) che il presente non fosse raccontabile, ho voluto tornarci per vedere se era cambiato qualcosa”. Tralasciando, dunque, per il momento il romanzo storico, Vassalli in questi racconti ci offre la rappresentazione di un presente per molti versi inafferrabile. Chi allora può raccontare questo tempo meglio dei protagonisti? Il narratore tace e dà la parola a loro. Ci sono tutti (o quasi) i protagonisti delle cronache odierne: c’è la mamma che dimentica la bimba in auto, c’è il pedofilo, c’è la coppia di commercianti che si suicida perché ha fatto bancarotta, c’è la commessa che incontra il personaggio televisivo di cui è innamorata, c’è la prostituta nigeriana di cui uno scrittore si innamora, c’è chi prova a farsi giustizia da sé e uccide un innocente scambiandolo per un ladro, c’è chi provoca un incidente mortale in autostrada e, invece di prestare soccorso, abbandona il luogo al più presto (non sono forse personaggi dei TG?). E ognuno di loro racconta la propria storia. Ma soprattutto la propria verità. In questo modo l’effetto straniante è garantito. Il rovesciamento della prospettiva e dei valori è totale. Il cinismo dei narratori è talmente esibito da rasentare l’ingenuità. Sembrano dire al lettore perplesso: Come fai a non capire? Non si salva niente in questo presente. Il debito con Leopardi è evidente. Il Leopardi delle Operette morali, è chiaro: quello che guarda in faccia l’”arido vero” e smonta ogni facile ottimismo. Cosa rimane allora? Nulla. Rimane la desolazione di un presente raccontato con ironia, senza cedimenti alla pietas o alla liricità (salvo rari momenti), osservato con sguardo disincantato e lucido. Un presente che suscita tante domande e dubbi destinati probabilmente a rimanere senza risposta.
Bello. Effettivamente da Vassalli si poteva chiedere di più ma... tutti i racconti ci fanno riflettere un attimino su quello che stiamo combinando: la macchina è diventato un dio vivente, la politica e la carriera sono diventate porcherie, l'amore vero ormai ha ceduto il posto ad una cosa talmente scialba che non dovrebbe nemmeno più conservare il nome "amore"... Insomma, uomini, dove stiamo andando??
Sulla seconda di copertina c'è scritto che il romanzo non partecipa a premi letterari per volontà dell'autore, forse per non andar in contro a stroncature aggiungo io? Qualcosa di buono c'è come "Abitare il vento", ma dall'autore di "Un infinito numero" e de "La chimera" è lecito aspettarsi molto di più. Prendiamolo come un (poco utile)esercizio e aspettiamo impazienti qualcosa degno di quel grande letterato contemporaneo che è Vassalli.
Recensioni
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