Mozart Clarinet Concerto K. 622
Furono rarissime le lettere in cui Mozart dette qualche indicazione sui suoi lavori. Fortunatamente, proprio fra le ultime tre spedite alla moglie Constanze, precisamente in quella del 7 ottobre 1791, possiamo leggere: «Ho strumentato quasi per intero il Rondo` di Stadler», riferendosi al neonato Concerto per clarinetto in La maggiore. Siamo sul finire del 1791, anno della morte (a Vienna, il 5 dicembre) e degli ultimi capolavori. Fin dalle prime battute dell’Allegro si palesa il carattere dell’opera: il clarinetto canta con l’orchestra, all’unisono col violino, il primo soggetto, principe di quella serenita`che andra`ad infondere in tutto il movimento, e di riflesso in quelli che seguiranno. Pagina assai breve e`l’Adagio, giusto il tempo di cento misure, semplice, eppure di una potenza emotiva straordinaria e trascinante. Merito del genio di Mozart, certamente, ma pari non sarebbe stato senza il clarinetto. Rondo`. Allegro: e` l’ultimo movimento dell’ultimo concerto che Mozart ci ha regalato. Apre le danze il clarinetto esponendo il tema del Rondo`. Risponde l’orchestra, possente e animosa.
Rossini Pieces For Clarinet & Orchestra
Apre un Andante, in Mi bemolle maggiore, non breve, a preparare quello che sara` il Tema vero e proprio, in Si bemolle maggiore, su cui si costruiranno le cinque Variazioni. L’attacco e` quello deciso e frettoloso tipico dell’aria melodrammatica. E` ancora nell’aria il riverbero dell’Andante, che il clarinetto, canta il delicatissimo Tema. La prima variazione e`annunciata dal clarinetto. Si gioca con le terzine, e il flauto ricorda l’inciso del Tema e le sue cinque note, accompagnati da archi discreti, pizzicati o caldamente legati. A chiudere ci pensa una piena coda, non priva di legami con quella del Tema. Nella seconda variazione, cosi`come nella terza, il solista si muove su agili semicrome, trascolorando in entrambi i casi nel "tutti" orchestrale i violini. L’indicazione Minore segnala la quarta variazione. Sintesi finale e` l’ultima variazione, ove riappaiono per brevi istanti tutte le figure che hanno popolato l’opera, che accompagneranno alla conclusione. Le Variazioni in Do maggiore per clarinetto e piccola orchestra, Rossini le scrisse nel 1810, almeno stando al Radiciotti. Anche qui un Andante di grande respiro, introduce e prepara il tema vero e proprio, che sorgera`poi nel Moderato, cui seguiranno le variazioni.Ecco dunque il tema principale, piacevolissimo; quindi la prima variazione, conclusa da una breve ripresa del tema. Nella seconda variazione alle terzine si sostituiscono le quartine di semicrome, piu`frizzanti, volanti su una figura ritmica che sara`tipica di Rossini. Nella terza variazione troviamo la tonalita`minore e nella quarta variazione tornano gli arabeschi di semicrome del clarinetto. Il finale non poteva essere che gioioso e festevole impegnando l’orchestra tutta, e sancendo il carattere concertante del pezzo.
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