Napoli '44
- EAN: 9788845913976

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Lewis entrò a Napoli nel 1943 come ufficiale della Quinta Armata americana e gli furono subito assegnate funzioni di polizia, che svolse per tredici mesi. I taccuini che Lewis tenne in quel periodo finirono poi per costituire questo libro. Lewis si aggira in una Napoli trasformata dalla guerra in un immenso, miserabile mercato nero. Questo libro fu pubblicato per la prima volta in Inghilterra nel 1978 e appare solo ora in Italia.

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28/05/2019 20:50:31
non ci credi ma è stato vero... uno spaccato inclemente ma appassionante, e affettuoso, tanto da sembrare un racconto. finchè non capisci che è il racconto della verità.
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21/10/2018 11:58:57
Per chi volesse capire gli orrori e le ferite lasciate dalla guerra in una delle maggiori città italiane, questo racconto è una visione di chi a partecipato a quei giorni ed ha scoperto giorno per giorno una città ed un territorio lontano dalla sua realtà.
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22/09/2018 12:44:58
Diario di un ufficiale della Quinta Armata americana trovatosi a Napoli in missione, all'epoca delle famose "Quattro giornate di Napoli" nel settembre 1943. Lewis continuerà a sostare nella città per diversi mesi, incaricato di svolgere, tra le varie cose, attività di intelligence (stanare i sostenitori del fascismo), ruolo che svolge con riluttanza, mosso sempre da un sentimento di empatia verso tutti. L'immagine più forte che esce dall'occhio e dalla penna di Lewis è quella di una Napoli-sgualdrina: la prostituzione, esercitata tra i vicoli di vecchi quartieri in cambio della razione di cibo giornaliera dei soldati americani, diviene drammatica metafora della città, del collasso di ogni sistema e della facile adattabilità alla disperazione.
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26/08/2018 16:19:07
Dopo aver visto il documentario in tv intitolato napoli '44, non ho potuto far a meno di leggere il libro. Mi ha rapito e rinforza in me la voglia di vedere e vivere Napoli, nata inizialmente dalla lettura di "La Sanfelice" di Dumas.
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18/05/2015 08:44:54
Un resoconto, un breve trattato di antropologia culturale, una cronaca giornalistica, questo libro contiene tutto questo e molto di più. L'autore ha un occhio speciale che cattura e raccoglie immagini, sensazioni, episodi, che grazie ad una capacità narrativa straordinaria riporta sulla pagina bianca. Napoli risulta una vera e propria creatura palpitante, unica, sfuggente, aspra, intensa.
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20/05/2014 20:26:44
Ripubblicato di recente dall'Adelphi, Napoli 1944 è il memoriale di un giovane ufficiale britannico, presente per ragioni del suo ufficio nel capoluogo campano in tempi davvero calamitosi. Niente di nuovo, già Malaparte con "La pelle" aveva offerto un'immagine efficace delle (penose) condizioni di vita nella città durante la guerra, ma Lewis narra episodi veri (non romanzati) con uno stile narrativo perfetto, capace di restituirceli con vividezza pur con un certo distacco tutto britannico, non scevro però di empatia verso il popolo partenopeo e di sincera amarezza per le sue sofferenze. Assolutamente consigliabile (non solo agli appassionati di storia).
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08/02/2009 17:05:38
Leggerezza, giovinezza e disincanto del tenente inglese Norman Lewis in missione, nell'estate del 1944, nella Napoli appena liberata dagli Alleati. Con compiti di intelligence, mansioni incerte e nessuna reale responsabilità il tenente Norman Lewis vivrà fianco a fianco con il popolo di Napoli la memorabile estate degli Americani e dell’eruzione del Vesuvio. Napoli si rivela la stessa cloaca infame di sempre: povertà assoluta, dignità negata e sesso a pagamento ma le memorie di Lewis non risentono del peso della sconfitta - come era ne “La pelle” di Malaparte - e questo diario, per nulla militare, vi farà sorridere, divertire e riflettere. La pagina di Lewis è tipicamente british, essenziale e leggera; il libro è pervaso da quell’amore sincero per la nostra cultura e per la nostra gente che solo un raffinato intellettuale inglese poteva avere. Non c’è giudizio, critica sociale o storica: nulla di male può accaderci a vent’anni, neppure la guerra. Napoli ’44 è un capolavoro ritrovato. Da leggere, rileggere e regalare a chi ci è caro.
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15/09/2006 09:18:09
Un testo eccellente, che rivela le straordinarie doti di memorialista dell’autore. La cifra di Lewis è la pietas: verso i nemici (i tedeschi), e gli ex nemici (gli italiani dopo l’8 settembre). Cinismo e retorica bellicista sono del tutto assenti dalle pagine di questo piccolo grande libro. Indimenticabile il ritratto della Napoli occupata dalle truppe alleate, prostrata dai bombardamenti e dalla penuria alimentare. Lo stile misurato di Lewis si pone agli antipodi di quello barocco e ridondante di Malaparte, che nel romanzo “La pelle” ritrasse il medesimo scenario, in modo certamente efficace, ma con un eccesso di autocompiacimento narcisistico.
Entrato a Napoli nel 1943 con la Quinta Armata, il giovane ufficiale inglese Norman Lewis si trovò stupefatto al centro della città delle signorine e degli sciuscià, scena mobile della prostituzione universale, oltre che di un'arte consumata dell'inventarsi la vita dal nulla. Come non bastasse, fu subito adibito a funzioni di polizia, quindi costretto a constatare ogni giorno le turbolenze, i fantasiosi maneggi e gli imbrogli che si celavano tra vicoli e marina. E capì subito che, di quanto gli accadeva, era il caso di prendere nota. Così, facendo della sua qualità principale, il saper «entrare e uscire da una stanza senza che nessuno se ne accorga», un fatto di stile, Lewis si aggira in una Napoli trasformata dalla guerra in un immenso, miserabile mercato nero e registra tutto sui suoi taccuini. Mentre i colleghi si dedicano alla maldestra realizzazione di piani fantasiosi, come quello di far passare le linee a un gruppo di prostitute sifilitiche per diffondere l'epidemia nel Nord occupato, lui indaga su figure e avvenimenti che gli paiono, al momento, del tutto normali: signore in cappello piumato che mungono capre fra le macerie, statue di santi preposti da una folla in deliquio a fermare l'eruzione del Vesuvio, professionisti in miseria che sopravvivono impersonando ai funerali un aristocratico e imprescindibile «zio di Roma», ginecologi deformi specializzati nel restauro della verginità, nunzi apostolici che contrabbandano pneumatici rubati, e cosi via. I taccuini che Lewis tenne in quel periodo finirono poi per costituire questo libro, di cui il minimo che si può dire è che mai un occhio tanto sobrio e preciso si era posato su una realtà così naturalmente folle e sgangherata. E questo ne fa «un'esperienza unica per il lettore così come deve essere stata un'esperienza unica per chi lo ha scritto» (Graham Greene).
