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Apprezzo molto la Castoldi ma questo testo non ha il valore del precedente saggio "Meglio sole". In molte parti è decisamente ridondante.
Forse non sono abbastanza elevato culturalmente ma non capisco un libro del genere, all'inizio interessante in alcuni parti completamente condivisibili (l'uomo sta attraversando un periodo difficilissimo) ma che poi a mio avviso si trasforma in continui attacchi ai "cari uomini" come vengono definiti i quali non hanno nessun pregio. I quattro "personaggi" tra l'altro citati dalla scrittrice non mi sembrano persone del tutto comuni psicologicamente e soprattutto economicamente
Suggestiva l'idea che i maschi si ri-specchino negli occhi delle donne, seppure non manchino precedenti illustri... Ivana Castoldi è una sensibile terapeuta dell'anima e dell'animus umano e ne esplora i più reconditi anfratti, trasportando il lettore in un "viaggio della conoscenza" che lo farà approdare, se vuole, in un porto diverso da quello previsto dalle rotte tradizionali. La possibilità di "vedere l'altro", e non più e non solo sè stessi, per l'autrice sta nell'incontro tra un uomo e una donna che finalmente si guardino per ri-conoscersi.
Recensioni
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Gli uomini sono più fragili delle donne, anche perché la maggioranza di loro ha bisogno di una donna, o di più donne (madri, nonne, mogli, figlie, amanti) per potersi specchiare nei loro occhi collusivi e sentirsi "speciali". Tendono perciò a vedere il prossimo in funzione strumentale, valutando gli altri, più o meno consapevolmente, in base alla capacità di rispondere ai loro bisogni, primo fra tutti quello di poter continuare a sentirsi "speciali". Da ciò deriva una strutturale incapacità a costruire rapporti su una base di reciprocità. Attraverso le storie di quattro suoi pazienti, Castoldi ci racconta il difficile e necessariamente depressivo iter che porta un "narciso" ad accettare di essere una persona normale. L'autrice (già psicoterapeuta presso il Centro di terapia della famiglia dell'ospedale Riguarda - Cà Granda) sostiene che le donne si stanno stufando di fungere da "specchio delle mie brame" per restituire ai loro uomini un'immagine deformata di eccezionalità, e perciò questi ultimi entrano in crisi e possono così iniziare, tramite un lavoro psicoterapico, un percorso sano verso l'autonomia. Il tema dell'autonomia, ma al femminile, era al centro del libro precedente di Castoldi (Meglio sole, Feltrinelli, 2001). Purtroppo io non condivido del tutto l'ottimismo dell'autrice rispetto al fatto che le donne stanno cambiando le regole del gioco. Mi pare che molte di loro continuino ancora la collusiva tendenza all'oblatività che fa sì che le relazioni di coppia rimangano spesso sbilanciate verso la supremazia maschile. Per questo sarebbe utile che questo libro, scritto con stile facile e piano, non da addetti ai lavori, fosse letto tanto dagli uomini quanto dalle donne: perché il cammino della consapevolezza è appena incominciato.
Daniela Ronchi della Rocca
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