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Fin dal libro "La notte della cometa", Vassalli aveva messo in discussione che Dino Campana fosse matto, lo ribadisce anche in questo racconto:" Non ho mai creduto, nemmeno per un attimo, nella favola del "poeta pazzo" ". Apriti cielo! Niente da fare. La storia della follia di Campana è ormai consolidata. Guai a chi dice il contrario. Per i critici di Vassalli: "Dino era un matto riconosciuto e affermato e chi sostiene il contrario è anche lui un matto che abbaia alla luna. Basta lasciarlo abbaiare e tutto finisce lì". Fatto sta che il 12 gennaio 1918 a Lastra a Signa, " dove il padre gli pagava una stanza per tenerlo lontano da Marradi e da sua moglie Fanny", Dino viene ricoverato nel manicomio di Castel Pulci e vi resterà per quattordici anni. E il suo ultimo Natale felice? Fu quello del 1916, che lo trascorse a Marradi con Sibilla Aleramo.
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