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Libro complesso,triste, poetico. Quando riprendo il testo, mi piace rinominarlo:" Lacrimae rerum" ( le lacrime delle cose). Tutta la natura e l'uomo patiscono,infatti, un dolore comune. Gli dei lontani , remoti al quotidiano patire, non offrono consolazione o soccorso. Questo è, senza dubbio,uno dei più bei libri dell'antichità ed ha, inoltre, il pregio, di essere attuale e terribile.
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La produzione epistemologica in lingua italiana sta maturando un approccio sempre più specifico in stretta connessione con le più significative teorie disciplinari. Allori Dorato Laudisa e Zanghì discutono i più recenti apporti della fisica soprattutto in ambito relativistico e quantistico e testimoniano con la propria formazione professionale la rilevanza di un'epistemologia che vive di un doppio specialismo scientifico e filosofico.
Il volume di taglio prevalentemente analitico percorre il rapporto tra fisica e filosofia in una doppia direzione: da un lato ricerca nelle teorie fisiche più consolidate la possibile soluzione di problemi tradizionali della filosofia della natura (relativi a spazio tempo materia causalità); dall'altro si interroga su come la filosofia dovrebbe confrontare le proprie teorie con i risultati della fisica. Il libro come dichiarano gli autori non presuppone una formazione scientifica sofisticata e si rivolge idealmente a fisici e filosofi curiosi l'uno del campo dell'altro ma appare più probabile il primo caso che non il secondo. Esso si divide in quattro capitoli nei quali gli autori hanno rispettato le reciproche competenze.
Dorato affronta le questioni connesse ai concetti di spazio e tempo nelle teorie relativistiche e articola la trattazione in relazione a tre problemi: il problema ontologico della natura dell'esistenza dello spazio-tempo; il problema epistemologico della distinzione tra fatti e convenzioni; il problema filosofico del divenire temporale. Quest'ultimo assume un valore sintetico rispetto agli altri due in quanto tocca la questione ontologica della realtà del tempo e insieme quella del confine tra realtà oggettiva e nostre costruzioni mentali.
Zanghì si sofferma sul concetto di probabilità statistica in termodinamica a partire dalle ricerche di Boltzmann sulla teoria atomica dei gas. Lo stesso Zanghì insieme ad Allori propone nel terzo capitolo (il più ampio del volume) un piccolo manuale sui fondamenti della meccanica quantistica che si sofferma sugli approcci più recenti. Zanghì e Allori muovono come gli altri autori del volume da un punto di vista decisamente realistico. Infine Laudisa tematizza la riflessione sulla causalità alla luce della fisica del Novecento. Vengono esaminate le teorie probabilistiche della causalità le quali prescrivono che una causa non determini l'occorrenza dell'effetto ma ne aumenti la probabilità con particolare riferimento alle tesi di Reichenbach. La divaricazione fra la concezione della causalità come aspetto oggettivo degli eventi di natura e quella che la intende come una categoria della mente viene risolta alla maniera di Hume riconoscendo il carattere costitutivo e naturale della relazione tra causa ed effetto nella razionalità umana.
Il volume dotato di un utile indice analitico risulta efficace per il notevole aggiornamento tematico e per l'indiscutibile suo privilegiare la tradizione analitica. Rimane però sacrificata quasi del tutto l'epistemologia francese che pure con Poincaré De Broglie Bachelard e ora con Ruelle e Omnes ha fornito un suo originale contributo alla filosofia della fisica.
Gaspare Polizzi
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