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Solita tiritera trita e ritrita, spacciata per un lavoro intellettuale: falsi storici, analisi distorte, errori di valutazione e anti-comunismo un tanto al chilo. Perdita di tempo
Se il nazionalsocialismo e il fascismo sono stati sconfitti militarmente e dopo la più grande guerra mondiale che si ricordi nel corso della Storia, il comunismo si è dissolto pochi decenni fa sotto la spinta di rivoluzioni popolari. Il libro di Alain de Benoist si concentra inizialmente sul fatto che se è pur vero che il nazismo aveva costruito una società totalitaria basata sul razzismo e l’eliminazione delle minoranze il comunismo, che è stato descritto come un’ideologia che avrebbe portato la liberazione e la felicità umane, ha attuato un sistema di persecuzione e sterminio più inumano dello stesso nazismo con la deportazione e la soppressione di decine di milione di persone nei Gulag. Questo è ben spiegato nel libro dove i due totalitarismi del XX secolo si sono posti in rivalità l’uno con l’altro, ma attuando al proprio interno persecuzioni contro i propri nemici ideologici; dal saggio del filosofo francese si evince come il comunismo abbia in realtà causato un genocidio ancor più subdolo in quanto partiva da premesse egalitarie-universalistiche che nel nazismo erano negate. Il fascismo italiano, invece, non farebbe parte della categoria del totalitarismo ma di quella dell’autoritarismo infatti, durante la dittatura mussoliniana, poche persone vennero eliminate. De Benoist afferma che il sistema liberaldemocratico e capitalista non rappresenta però la “fine della storia”, in quanto anche se risulta essere l’unica ideologia sopravvissuta alle tempeste del secolo scorso, le ragioni della critica a questo modello di sviluppo rimangono attuali. L’economicismo, cioè il prevalere dell’economia sulla politica e la riduzione dei rapporti sociali a merce riducono l’uomo a una schiavitù paragonabile a quella delle dittature novecentesche, anche se formalmente viene garantita la libertà che però non è l’unico criterio di giudizio per il “buon vivere” comune. Il libro è consigliato perché è un’analisi non conformistica di questi sistemi politici così differenti e opposti.
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