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Anno edizione: 2020
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«La storia, Elettra, comincia col nome». E allora andiamo alla ricerca del nome. O meglio, dei nomi: comuni, di cose, di attrezzi, di persone. Un elenco di nomi trascurati o dimenticati che conduce dritti in un inferno operaio dove Dante sta fianco a fianco a epici saldatori e ai protagonisti degli spaghetti-western. Una rutilante avventura tragicomica, al cuore dell’identità operaia di ieri e di oggi.
«Dammi le parole come se fossero attrezzi. Tieni il filo del discorso. Fissalo a quel passante. Metti in squadra il racconto. Ecco il nonno operaio, la nonna casalinga stakanovista, il bisnonno muratore, il babbo scribacchino a cottimo. Ora srotola la storia come un filo d’Arianna per scendere in un mondo sotterraneo. Come in un sogno, leggerai di Renato, leggendario saldatore condannato alla manutenzione dei gironi infernali ("eh, avoglia a aspettà i dantisti a rabberzà 'sti cerchi!"). Sì, siamo alle solite: il vecchio sta per rovesciare l’inferno come un guanto e dribbla le fiamme dell’Erebo come se fosse Cruijff.» Tra vecchi attrezzi e modi di dire popolari, ogni cosa è uno spunto per ricordare e moltiplicare i racconti sulla vita di Renato. Avventure familiari tragicomiche, storie di calcio dei bassifondi, orgoglio working class, figuracce fantozziane, pantagruelici pranzi domenicali e lezioni di manutenzione di vecchie auto immortali. Ma all’improvviso la storia si infila in un inferno proletario dove gli scenari della Commedia di Dante si intrecciano con gli spaghetti-western di Sergio Leone. Una vecchia armonica risuona tra le labbra di Steve McQueen e fa da colonna sonora alla più grande evasione di tutti i tempi. Ovviamente la spalla che dovrà scardinare le porte degli inferi sarà quella proletaria di Renato. Una domanda si impone: da che parte starà Dante Alighieri? Anche il poeta cinto d’alloro gioca un ruolo in questa storia. Il finale è col botto e al lettore non rimane che ricordare le parole di James Coburn in un capolavoro di Sergio Leone: Giù la testa. Dopo Amianto e 108 metri, tradotti in mezzo mondo, il nuovo romanzo di Alberto Prunetti, voce originalissima della letteratura working class.
Featuring: Renato & Steve McQueen. Special guest: Dante Alighieri. Soundtrack: l’armonica di C’era una volta il West.
Recensioni pubblicate senza verifica sull'acquisto del prodotto.
Esilarante e a tratti struggente. Nel girone dei bestemmiatori chiude una trilogia iniziata con Amianto proseguita con 108 the working class hero. Mescolando vari registri linguistici, l'autore costruisce episodi della sua famiglia operaia facendo pensare e ridere. Un testo che assomiglia a una pièce teatrale e che rimane frizzante fino alla fine. Da leggere.
Questo libro è una commedia epica sulla classe operaia e le sue lotte raccontata con un linguaggio mezzo vernacolare, popolare, sarcastico, commovente e di uno straordinario umorismo. È anche l'omaggio irriverente e pieno d'amore di un figlio ad un padre del quale, in un contesto diverso e con altre armi, prosegue la lotta. Poche pagine, intense che si leggono d'un fiato.
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