Nella quiete del tempo
- EAN: 9788858787168

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05/01/2021 10:58:08
C'è un villaggio, che si chiama Prawiek, e ci sono le famiglie che lo abitano. Alla prima pagina, una mappa xilografata: si può pensare ad un racconto fantasy, o a un libro per bambini. Di questi due, "Nella quiete del tempo" presenta la stessa regressione alla mitologia, nella quale i luoghi e la storia, le vite e le menti dell'uomo perdono i propri confini e si fanno universali. L'ambientazione realistica (un paesino polacco, dall'estate 1914 a una sempre più sfumata fine di secolo) si smaglia quasi subito, e dai grandi eventi storici emergono solo i segni che si manifestano e si incidono nel minuscolo Prawiek: i tedeschi, i russi, l'Unione Sovietica, gli scioperi sono sogni più o meno lunghi, più o meno dolorosi, che disturbano il ciclico fluire di un tempo antichissimo, in cui le stagioni si alternano alle stagioni, gli esseri umani nascono, vivono e generano per poi morire. Gli anni quasi non vengono contati, e il lettore è lasciato a smarrirsi fino a quando incomincerà a notare unicamente il crescere e l'invecchiare delle creature, insieme con i loro pensieri. Le piante e il cielo non invecchiano mai. Avviluppano le persone e i loro rapporti, le piogge e le nevi si depositano sulle loro case. Il libro è poi disseminato di odori. Tutto ciò che non vive di passato né di futuro, ma solo di presente, manda un forte odore. Una porta diversa per entrare nella realtà: ecco, anche, perché la cagna Lalka "sa che Dio esiste", "ne avverte l'odore nell'erba", "nutre nei confronti del mondo una fiducia di cui nessun uomo è capace". Le pagine dedicate ai cani sono splendide. "Nella quiete del tempo" è un libro potente, che a momenti alterni mi ha fatto pensare al "Mulino dei dodici corvi", a Verga, alla Szymborska, a Elémire Zolla, a Borges: vi ho trovato uno scorrere delle stagioni incantato e talvolta sinistro, l'elegia e l'epopea del minimo (del macinacaffè), gli archetipi universali, la frammentazione dell'infinito.
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30/12/2020 15:13:33
Magnifico. L'arcipelago umano di Pawiek e dintorni, travolto dal flusso della storia e dall'insipienza dei singoli destini, ricorda le atmosfere di certi racconti intimisti di Buzzati e di Calvino, costeggia gli abissi del reale e del simbolico che lo riscatta. Alla luce dei tre romanzi ultimamente disponibili in italiano della scrittrice polacca, avanzo l'ipotesi che questi stiano alla letteratura contemporanea come i film di Stanley Kubrick al cinema: ogni opera presenta un genere, uno stile e un linguaggio diverso. Modalità compositiva appannaggio solo dei grandi.
