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Neoproletariato. La sconfitta del popolo e il trionfo dell'eleghanzia - Tommaso Labranca - copertina
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Neoproletariato. La sconfitta del popolo e il trionfo dell'eleghanzia
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2002
1 maggio 2002
123 p.
9788873940135

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Ciro
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Neo-proletari di tutto il mondo disunitevi! Anzi, uniti sotto un marchio-logo all'insegna dell'eleghanzia più falsamente raffinata (Disuniti & Gabbati) . Saggi minimi ed idee brillanti sulla morte del proletariato e considerazioni estetiche sulla generazione neoproletaria che nasconde le sue umili origini sotto la più spocchiosa ed arrogante presunta raffinatezza (Audi a 14 cilindri). Viaggio tra periferie squallide, discount tristi e discoteche fangose. Un libro che fa lavorare il cervello, scritto con la vera eleganza dell'intelligenza di un estetologo disorganico non ipnotizzato dalla TV.

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Francesco
Recensioni: 5/5

Non sono d'accordo con chi vede una continuità tra Labranca e i vari Baricco, Mazzantini e soprattutto Gillo Dorfles, che al contrario sono per l'autore di Neo-proletariato degli anti-modelli da evitare, vedo piuttosto che Tommaso Labranca è un perspicace e colto saggista che al linguaggio fintamente poesticistico ed intellettualistico degli autori sopracitati, propone un' analisi circostanziata e ironica dei modi di essere e dei vizi di una fascia di umanità sempre più preponderante tanto di poter parlare di una vera e propria antropologia. Grande scrittore e grande libro..... Consigliato a tutti.

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Stefano
Recensioni: 4/5

Un buon libro dove emerge la scuola dei migliori Papa e Miglioli da parte di quello che viene definito uno dei giovani saggisti più promettenti degli ultimi 10 anni tra i cui grandi maestri riconosciamo senz'altro Gillo Dorfles, Alessandro Baricco e Margaret Mazzantini. Una critica caustica e spietata del neo-proletario e di come alle antiche solidarietà tipiche della società dicotomica marxiana è subentrato un culto dell'apparenza e della sineddoche (la parte che rappresenta il tutto) con le conseguenti assimetrie degli stili di vita tipici della società moderna. Una riflessione interessante ed un libro che indubbiamente consiglio a tutti quanti in quanto particolarmente azzeccato per il momento.

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Voce della critica

Mancava sulle pubbliche scene da quattro anni, da quando Chaltron Hescon, pubblicato da Einaudi "Stile Libero", sciolse le briglie in Italia al tormentone del cialtronismo. Dopo aver fatto fortuna nei panni del trashologo, con il fondamentale Andy Warhol era un coatto (Castelvecchi, 1994) ed essersi guadagnato negli anni uno sfegatato fans club, Tommaso Labranca ritorna sotto i riflettori con l'uscita, a dire il vero non adeguatamente rimarcata dalla stampa, di Neoproletariato. A firmare la pubblicazione è la Cooper & Castelvecchi, ultima creatura dell'intramontabile Alberto Castelvecchi, che si riaffaccia così alla ribalta dopo gli scavi pluriennali nel mondo delle cosiddette sottoculture.

Fin dalle sue prime scorribande, Labranca è stato un geniale coniatore, e soprattutto un diffusore virale, di categorie interpretative. Ai tempi di Andy Warhol fu il "trash", inteso come emulazione fallita e inconsapevole di un modello. Poi ci fu il "cialtronismo" e la " nescultura " (o autoacculturazione istantanea), quella che ancora oggi rimane un'insuperabile intuizione fenomenologica: "Per fare prima e penare meno, molti prediligono il caffè istantaneo: versano acqua calda su polvere liofilizzata e mescolano. Mettono in pratica la propria autoacculturazione istantanea: visita della mostra / lettura delle recensione / cultura".

Ecco che tocca ora al "neoproletariato" e, soprattutto, al "pluscool", termine, quest'ultimo che indica "quello che un tempo si poteva chiamare superfluo, ma che oggi esercita sul neoproletariato una forza gratificante così forte da non poter più essere considerato rinunciabile". Loro, i neoproletari, sono appunto una sorta di proletariato di seconda generazione, che non sopravvive grazie al salario ma piuttosto in virtù di lavori spesso a provvigione, dagli operatori della new economy agli agenti immobiliari. Cercano bramosamente il pluscool, che più che la concretizzazione mercificata della propria libido, è l'aura che questa stessa merce disegna al neoproletario. Il pluscool produce, ribaltandolo, lo stesso effetto visivo che, intorno alla fine degli anni ottanta, l'Aids produceva sulle persone contagiate dal virus nelle pubblicità progresso: chi si espone a questa forma di ossimorico plusdisvalore ne riceverà in cambio un'aureola lampeggiante tutt'intorno al corpo.

Complemento essenziale alla ribalta del neoproletariato è l'intellettuale ipnomediatico, una sorta di guru di cui il neoproletariato non sente però la necessità, perché "i neoproletari non hanno bisogno di intellighenzia, cercano l'eleghanzia. L'eleghanzia è superiorità estetica, frequentazione di ambienti esclusivi, rapporti paritari con i vip". Per questo stesso motivo l'intellettuale ipnomediatico, immalinconito, sente il proprio ruolo, sgretolarsi inesorabilmente.

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Conosci l'autore

Tommaso Labranca

1962, Milano

Come scrittore ha pubblicato tra gli altri "Andy Warhol era un coatto (Castelvecchi, 1994); "Charltron Hescon" (Einaudi Stile Libero, 1999); "Neoproletariato" (Castelvecchi, 2002); "Il Piccolo Isolazionista" (Castelvecchi, 2006); "Da Zero a Zero" (Arcana, 2009) e  "Michael Jackson. L'uomo nello specchio" (Rizzoli, 2009), Diamonds are for Eva"(2016), "Vraghinaroda" (2015) e "Elvira. Dissezionando il vedovo" (2014). Attivo anche come autore televisivo, ha condotto per due anni una particolare rassegna stampa mattutina su Play Radio.

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