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Libro che descrive molto bene la nuova canzone napoletana, a partire dall'immediato dopoguerra. Tanto Pino Daniele ma non solo, anche tanto d'altro
Libro essenziale per gli estimatori di Pino Daniele, il suo titolo riprende uno dei dischi di maggiore spessore del protagonista. La bella biografia del cantante e chitarrista napoletano ne descrive l’infanzia e l’itinerario artistico, dalla sua crescita nel contesto della Napoli effervescente degli anni settanta alla travolgente influenza musicale dei neri americani nella sua formazione, fino alla piena maturità, ai successi e alla collaborazione con strumentisti internazionali di calibro, il tutto inserito in un clima partenopeo più ampiamente culturale. Preziosa anche l’appendice con interviste a qualche musicista che gli fu a fianco. Un indice dei nomi sarebbe stato di aiuto per il lettore.
Recensioni
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Questa storia ha radici lontane: un giovane soldato nero americano abbandona la sua casa e la sua famiglia per andare dall'altra parte dell'oceano a porre fine all'incubo tedesco. Il ragazzo sbarca a Napoli e rimane irretito dalla bellezza della sirena Partenope, se ne innamora, è corrisposto, tenta un approccio, la donna non si sottrae e dalla loro unione nasce un bambino bellissimo, nero anche lui ma solo a metà. Quel bambino è il simbolo della mescolanza, della fusion, di un meticciato sociale, culturale, artistico ma soprattutto umano. Quel bambino è la chitarra e la voce di Pino Daniele, a metà tra il blues dei neri americani e la musica popolare napoletana. Quel bambino è "Ue man!", "A me me piace 'o blues", "Have You Seen My Shoes". Quel bambino è "Napule è", "Chi tene 'o mare", "Lazzari felici". È il Supergruppo, è l'anima di 200mila persone radunate in Piazza Plebiscito, è l'indice sollevato di Massimo Troisi in "Ricomincio da tre". Quel bambino è una carriera più che trentennale costellata di successi e collaborazioni importanti, da Gato Barbieri a Don Cherry, da Pat Metheny a Nanà Vasconcelos, fino ad arrivare a Eric Clapton. Quel bambino è la voglia di sperimentare, la passione per le chitarre, l'ostinata idea di non fermarsi mai, anche se il mondo non ha più orecchie per ascoltare. Perché, per chi come Pino Daniele ha dentro la bellezza di quel bambino, l'unica cosa davvero importante "è la musica".
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