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Anno edizione: 2019
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Anno edizione: 2012
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Permettetemi di ricopiare qui un frammento del libro che ne riassume la grandezza. È notte, il protagonista è insieme a Gabin, che si chiama Ansano, su un tetto, presto ci sarà il temporale. Ansano ha fissato la macchina fotografica sul cavaletto e tenta di fotografare fulmini: "Ne ha catturati molti?" "Nessuno" regolando l'altezza del cavalletto "migliaia di foto buie" ?.. "Per tatto preferisce non chiedermene il motivo?" "Mancavo di coraggio" sincero, prendendo il vento in faccia. "Non si preoccupi, non è il primo e non sarà l'ultimo" cambiando rullino " Vede, questi sono fallimenti di un istante, costano la fatica di un dito e il prezzo di pochi centimetri di pellicola. Principalmente offrono un riscatto a breve, cosa che la vita rifiuta. Si spendono giorni, mesi, anni in qualcosa che si sbriciola con nulla, che crolla prima di essere eretto. Dopo non c'è più tempo, modo, voglia di riprovare. L'essere umano si affanna fino allo spasimo per costruire qualcosa di duraturo, è innocente e connaturale, sebbene sia la propria condanna. Capisce dunque perché cerco di immortalare i fulmini? Provo, con sforzo minimo, a ottenere il massimo risultato catturando l'infinitamente breve, costringendolo all'eternità". Pausa, facendosi più scuro in volto: "Forse non accadrà mai, ma che importa; quante persone possono sinceramente affermare di aver ottenuto ciò che desideravano nella vita?". Così sono i dialoghi e così i personaggi che affollano questo romanzo: meravigliosi visionari che vivono per qualcosa di perfettamente inutile. E che ci inducono a sognare. Il finale riesce anche a commuovere, al punto che si vorrebbe abbracciare il protagonista, entrare nel libro e prender parte al mercato, ma non ci si rammarica di essere arrivati alla fine, perché libri come questo continuano a vivere nella mente. Primo premio all'Albero Andronico 2014. Raccomando vivamente la lettura! Claudio Fiorentini
A me è piaciuto moltissimo, e per un sacco di motivi. Innanzitutto perché è una storia ricca di spunti di riflessione, raccontata con un'immediatezza dietro la quale si intuisce un enorme lavoro di resa e di stile. Poi perché l'intreccio delle vicende e dei personaggi, sempre interessanti, mi ha incollato alla pagina praticamente all'istante. E poi ancora: perché il finale è un colpo da maestro che non ti aspetti, che ti colpisce e ti fa venire voglia di rileggere tutto una seconda volta per apprezzare la fine strategia narrativa elaborata dall'autore. Da comprare, senz'altro. Anche per il gusto di avere tra le mani il lavoro di un talento narrativo di prima grandezza nel panorama dei giovani autori italiani contemporanei.
Se è vero che le prime battute decretano il valore d'un libro, allora Pontuale ha colto nel segno: lettura semplice ma intelligente. La scrittura lineare, senza inciampi non manca di virtuosismi e la felice penna di Dario conduce dalla prima all'ultima pagina tutto d'un fiato.
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