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Anno edizione: 2012
Anno edizione: 2015
Anno edizione: 2020
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Se leggete tutti i libri di Nevo allora si ve lo consiglio ma altrimenti confesso …. Non lo leggerei preso da solo , per quanto mi abbia catturato da subito la storia di Dori e Inbar in alcuni punti centrali o ho avuto difficoltà .. il ritmo era troppo frammentato da flash back, ricordi e divagazioni e la storia non proseguiva incalzante, perchè troppo spezzettata e annacquata , poi mi ricatturava ma l incanto che si ricreava era diverso da prima .. Inoltre all inizio la mancanza di dialoghi diretti tradizionali mi faceva perdere un po’ il filo di chi stesse parlando , bisogna prendere un poco la mano.. pero l autore mi piace , ha un candore e una facilità nel rendere vivide le scene che non ne hai mai abbastanza anche quando succede poco o nulla. Libro che affascina però per tutto il mondo che si porta dentro , la storia, le irrisolte problematiche del popolo israeliano, dosate ma onnipresenti. Preferisco però Nostalgia
Neuland è un romanzo complesso: una ragnatela di vita, con vari Temi e Percorsi; chi lo commenta si sofferma su alcuni punti per lasciare a chi legge il piacere di compiere la sua esperienza. Intrecci di storie, anche imprevedibili, del presente e del passato. L'A. sa giocare con la variabile tempo facendoci correre sulle montagne russe dei suoi flash back; vi è maggiore maturità stilistica e capacità introspettiva rispetto al precedente "La simmetria dei desideri". C'è il tema del Viaggio, del Camminare: per trovare l'Altro e Se stessi. Il viaggio è occasione per rivedere la propria esistenza, per mettere alla prova le proprie certezze; una fuga ed una ricerca al tempo stesso. E' la tematica, pur essendo il contesto molto diverso, che incontriamo nelle opere di David Grossman, specie nelle ultime, come "Caduto fuori dal tempo". Nella ricerca del padre di Dori, il protagonista maschile,scomparso misteriosamente in Sud America, Inbar, la protagonista femminile,cerca, in qualche modo, suo fratello Yoavi, sempre presente lì, accanto a lei. La ragione di morte del giovane è rimasta un mistero; forse i familiari non avevano adeguatamente considerato il dolore e la depressione che si erano impadroniti di lui allorché la sua ragazza lo aveva lasciato. Ricca di fascino è la prospettiva di guardare Israele "da lontano". Gli israeliani fatichiamo ad immaginarli fuori del consueto contesto mediorientale. Invece pare che siano instancabili viaggiatori, dei mochileros, in spagnolo, cioè coloro che viaggiano con lo zaino in spalla (mochila).
630 pagine sono tante per un romanzo, ma mi troverei in difficoltà se dovessi indicare una sezione da omettere o ridurre. Nevo conferma di essere l'abile narratore che avevo già conosciuto ne 'La simmetria dei desideri'. Qui la costruzione si fa più ambiziosa, incrociando vicende sentimentali e Storia del moderno stato di Israele attraverso i continenti e la memoria. Il filo conduttore è il viaggio, l'errare come strumento di conoscenza, del mondo ma soprattutto di sé. Ho apprezzato l'anelito all'utopia (se così vogliamo definire Neuland), la volontà di rompere con costrizioni e abitudini che inducono a stare sempre sulla difensiva. Il dolore e la perdita sono parte integrante dell'esperienza umana, ma non è detto che la rinuncia sia l'unica opzione praticabile. A volte serve davvero andare in pezzi per ricostruirsi e provare a cambiare. Nevo ce lo mostra attraverso personaggi convincenti cui ci si affeziona in fretta, anche per merito delle virtù stilistiche della sua scrittura.
Recensioni
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Un uomo parte alla ricerca del padre. È abbastanza comune che un genitore intraprenda un viaggio seguendo le tracce di un figlio, pecorella smarrita, per riportarlo a casa.
Il contrario è più insolito. Neuland, il romanzo dello scrittore israeliano Eshkol Nevo, è la storia di questo viaggio che diventa un percorso di duplice ricerca: del padre e di se stesso. Di Meni Peleg, il genitore ultrasessantenne di cui non si hanno notizie da due mesi, e di Dori, marito che pensa di essere felice con Roni, padre di un bambino che ha dei disturbi relazionali.
E, siccome ad un certo punto Dori prosegue il cammino in compagnia di Inbar, in fuga dal ricordo del fratello morto suicida, dal marito, da una madre con cui ha eterni contrasti, da un padre che si è fatto una nuova famiglia, il viaggio di ricerca interiore è anche suo, di Inbar. Infine, il viaggio dell’insegnante di Storia Dori Peleg è qualcos’altro ancora. Anche se non lo sa al momento della partenza, la ricerca si addentrerà nella storia di Israele, lo stato fondato per radunare gli ebrei della diaspora assicurando loro un rifugio dalle persecuzioni che è diventato uno stato di guerra senza fine.
Nel suo ultimo messaggio per posta elettronica Meni Peleg scriveva ai figli di non preoccuparsi per lui, era in Ecuador, aveva incontrato laggiù la mamma. Questo aveva messo in allarme Dori e la sorella: la loro madre era morta. Dopo due mesi di assoluto silenzio, Dori era partito.
Aveva preso accordi con un esperto nel ritrovare persone scomparse, una sorta di Virgilio che lo guiderà in quella che non è una discesa negli inferi ma che lo porterà a scoprire un padre che non conosceva affatto. Dori non aveva idea che dietro la facciata dell’uomo affascinante, dell’esperto consulente finanziario, dell’eroe della guerra del Kippur, si nascondesse una persona profondamente traumatizzata dalla guerra.
Non aveva saputo interpretare - perché troppo giovane, perché la madre aveva sempre schermato i crolli del marito - i segnali dello shock postbellico. Non sapeva nulla dei fantasmi che inseguivano suo padre, che lo avrebbero spinto a peregrinare nell’America Latina cercando di incontrare, anche se solo in un sogno favorito da pozioni, la moglie che era stata il suo sostegno, fino alla determinazione di fondare Neuland, uno stato ombra che “rammenti allo Stato di Israele cosa avrebbe dovuto essere. E cosa potrebbe essere.”, uno spazio comunitario terapeutico dove uno dei valori fondamentali è quello della non-violenza perché qui possa ‘guarire’ chi vi arriva da Israele o da altre aree traumatiche nel mondo.
Neuland è, ancora una volta, un romanzo polifonico: Eshkol Nevo stesso mi aveva detto, durante un’intervista in occasione della pubblicazione de La simmetria dei desideri, che gli piacevano i romanzi a più voci perché nessuno possiede la verità. Così Neuland inizia con uno scambio di mail tra Dori e Inbar, i due personaggi principali, per proseguire alternando la narrazione dal punto di vista di uno e dell’altro, ma anche di Alfredo, la loro guida stravagante, di Meni Peleg, di una delle ospiti di Neuland che parla un ebraico buffo e libresco, del personaggio di un libro che Inbar ha iniziato a scrivere, di Lili, la nonna di Inbar che ci dà la possibilità di uno sguardo indietro al passato.
Perché Lili è arrivata in Israele dalla Polonia su una nave di immigrati illegali nel 1939 ed è l’unica della sua famiglia ad essersi salvata. Lili, che non vuole neppure acquistare alcunché sia ‘made in Germany’, che non perdona alla figlia di avere un nuovo compagno tedesco e di abitare a Berlino, è la ferita aperta della Guerra per antonomasia. Lili con i due amori della sua vita - l’uomo della realtà che è suo marito e l’uomo che ritorna nei suoi sogni, quello che ha conosciuto sulla nave.
A cura di Wuz.it
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