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Anno edizione: 2013
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L'opera del Prof.. D'Angelo è indubbiamente molto ricca dal punto di vista dell'estetica filosofica. Vorrei, tuttavia, condividere con i lettori due punti che potrebbero essere oggetto di discussione e approfondimento. 1. Si parla delle "nevrosi" del Manzoni. L'Autore non entra nel merito dei queste nevrosi (ammesso che il plurle sia lecito)dal punto di vista psichiatrico, dàper scontato che "esse" siano presenti nel Manzoni. Il titoloinduce il lettore a volerne sapere di più esattamente sotto questo aspetto: nel libro non viene trattato il "vissuto nevrotico" del Grande Alessandro Manzoni Visto che si afferma la presenza di uesste turbe psichiche, ci si aspetterebbe che l'Autore ne parli con chiarezza. 2. "Quando la storia uccide la poesia": questo è il sottotitolo. E' un'affermazione seria. Ciò implica, prima d ltre considerazioni, il dolore che abita ogni nevrotico: tale "vissuto" non è proprismete trattato. 3. Se fosse davvero così la nevrosi non può non essere all'origine dei cpolavori del Manzoni. 4. Non si parla mai di Dio e/o del suo essere pROVVIDENZA. Glissare su questo è travisare molto l'uomo-credente Alessandro Manzoni. Il rapporto Manzoni-Rosmini occupa un posto troppo poco trattato. 5. In ambito "estetico" non vi è il minimo accenno alla "estetica teologica del secolo scorso, eppure la bibliografia in merito, manca del tutto: von Balthasar, Karl Barth, ecc. Sono domande che mi pongo e sarei lieto di condividere queste nie riflessioni con altri lettori. Voto: 6.
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