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I nostri territori sono oggi sempre più attraversati e feriti da eventi di carattere disastroso, che generano delle conseguenze di grande portata e sovente di lungo periodo sui modi di vita delle popolazioni interessate. Gli effetti di mutamento della catastrofe (naturale e industriale) non si limitano all’immediata emergenza o alle prime fasi della ricostruzione, ma attraversano i decenni, toccando in modo profondo l’immaginario sociale, la psicologia e il rapporto identitario col paesaggio di intere generazioni. Il presente studio interroga quattro vicende della storia italiana dal Secondo dopoguerra, che hanno tra loro in comune proprio la ricostruzione del centro distrutto in un nuovo sito: in altre parole, si tratta di new towns post catastrofe. Viene così messa in luce la matrice epistemica che ne ha reso possibile la progettazione e la realizzazione, il ruolo delle popolazioni e dell’élite politica nel processo decisionale che le ha riguardate, il mutamento del rapporto identitario coi luoghi – quello abbandonato e quello “inventato” – nel trascorrere delle generazioni di abitanti.
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