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Non abbastanza per me. Scritti e taccuini - Stefano Scodanibbio - copertina
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Non abbastanza per me. Scritti e taccuini
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Non abbastanza per me. Scritti e taccuini - Stefano Scodanibbio - copertina
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Descrizione


A pochi anni dalla sua morte, il passaggio folgorante di Stefano Scodanibbio nella musica contemporanea appare sempre più, come ebbe a dire lui stesso del suo rapporto col contrabbasso, come un’avventura che nessun altro avrebbe potuto intraprendere.

«Impossibile restituire per iscritto una "presenza" che fiammeggia, nel ricordo di chi ha avuto la fortuna di frequentarlo» - Andrea Cortellessa, Il Sole 24Ore

«"Non abbastanza per me" raccoglie le note ai pezzi di Scodanibbio, alcuno scritti autobiografici e certi interventi, consegnando alla scrittura un'organicità che nel suo fluire veloce ed esatto riporta immediatamente alle azioni del suo contrabbasso, dando vita ad un legame profondo e radicale tra le vita e le opere» - Blow Up

«Parole che risuonano come la sua musica e, se si legge bene, nelle righe di una biografia "sentita come unica forma d'esistenza e creazione" si ascolteranno gli echi di quel colossale romanzo che Sondanibbio ha vissuto senza mai smettere di sperimentare» - Vincenzo Santarcangelo, La Lettura

Dell'avventura di Scondanibbio gli scritti qui raccolti presentano una testimonianza straordinariamente viva: gli appunti di viaggio (l’India, l’amatissimo Messico, la Svezia, la Spagna, la California), gli incontri decisivi (Scelsi, Berio, Xenakis, Nono, ma anche poeti e scrittori, come Sanguineti e Agamben), le annotazioni illuminanti sulla musica si compongono in una sequenza vertiginosa, che ricorda la velocità e l’esattezza con cui egli riusciva a trarre dal contrabbasso sonorità prima di lui insospettate. E man mano che la lettura procede, gli sguardi, i gesti, le sensazioni febbrili e quasi incomunicabili lasciano trasparire in filigrana qualcos’altro: il legarsi sempre più intimo e stretto di una vita e di un’opera, di un’avventura biografica perennemente insoddisfatta e di una maestria creatrice ogni volta esemplare.

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Dettagli

2019
28 marzo 2019
302 p., Brossura
9788822900395
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Indice

Giorgio Agamben, Battito e forma

Nota editoriale

Ritratti ed echi
Echi di un’avventura; Idiomi, viaggi, strumenti musicali; Sul Rinascimento strumentale; 25a rassegna; Il grande anonimo del Ventesimo secolo; Luciano Berio. Il piacere di suonare; I miei anni con Gigi; Che sarei senza ES?; Per Conlon; Appunti su Giorgio

Taccuini 1977-2011

Note ai pezzi
Voyage That Never Ends; Sei studi; Julio Estrada, Yuunohui’nahui; Alisei; My new address; Quando le montagne si colorano di rosa; Escondido; Geografia amorosa; Dos abismos; Mar dell’oblio; Postkarten; Oltracuidansa; Lugares que pasan; Altri Visas; Alfabeto apocalittico; Only connect; Ritorno a Cartagena; Wie der Wind es trägt; Da una certa nebbia; Mas lugares (su Madrigali di Monteverdi); Terre lontane; Luciano Berio, Sequenza XIV; ... and Roll; Canzoniere messicano; Interrogazioni alle vertebre; Commedia del corpo e della luce; Ottetto

Note ai testi

Voce della critica

Stefano Scodanibbio, perturbati
di Mario Gamba

Stefano Scodanibbio è stato un gran dispensatore di piacere per chi segue le cose della musica. Soprattutto per il fatto di non essere limitato come lo sono – che tristezza! – tanti musicisti, «colti» o «extracolti» non fa differenza, o se la fa è a svantaggio di quelli «colti». Un compositore e strumentista, difficile o inutile o dannoso separare i due ruoli, che ruoli non sono mai stati per lui, e un intellettuale, un uomo, appassionato di arti, certo, e luoghi, certo, di libri e scrittori di libri, e anche della conflittualità tra le idee e tra i soggetti sociali che stanno nel mondo. Un vero peccato che questa sia una dote rara nel campo musicale, dove vedi tutti intenti a compilare dati tecnici incomprensibili e a dar notizia di fatti musicali, solo musicali mi raccomando, e a ignorare il pensiero divergente, il pensiero ribollente, il pensiero innovatore, il pensiero regressivo che ci sono nella musica come in ogni arte e come dappertutto.

Nel libro di suoi scritti che ora esce da Quodlibet Scodanibbio mostra in maniera chiara questa sua vorace propensione a osservare, conoscere, giudicare, prender parte, godere a tutto campo. Oltre la musica, oltre quel suo impegno, spesso febbrile, di suonare il suo strumento «fuori formato», il suo strumento incluso solo in epoca recente nella produzione importante di grandi autori: il contrabbasso. L’impegno di interpretare le musiche proprie e di altri (sempre più le proprie col passar del tempo). E poi l’impegno di interpretare il vivere con la scrittura sul pentagramma (matita e gomma, alla vecchia maniera) quanto e più della «scrittura», a volte istantanea, non fissata su carta, della mano che impugna l’archetto e delle dita direttamente sulle corde e sulla cassa dell’immane macchina sonora. Una macchina-corpo, così adatta a diventare corpo in fusione col corpo dell’interprete – di quell’interprete – come nota nella prefazione Giorgio Agamben, curatore del volume insieme a Maresa Scodanibbio, compagna di una vita di Stefano.

Al sodalizio intellettuale, all’amicizia, alla frequentazione con Agamben il musicista-scrittore morto in giovane età (nel 2012 a Cuernavaca, in Messico, uno dei suoi luoghi d’elezione, lo stesso del Lowry di Sotto il vulcano) dedica un capitolo dei Ritratti ed echi, titolo della prima breve parte del libro, così come breve è la terza parte, Note ai pezzi, mentre la parte centrale, Taccuini 1977-2011, è la più estesa in numero di pagine e in quantità e densità (e ricercatezza letteraria) delle riflessioni. Sarebbe interessante e divertente scommettere sulla corrispondenza tra il celebre slogan agambeniano, «potenza destituente», e la musica di Scodanibbio, e la sua poetica. Più vicina a questa ipotesi filosofico-politica o più vicina a quella di un Antonio Negri col suo slogan «potere costituente»? Si sa che nelle aree del pensiero antagonista questi due slogan sono agitati spesso come antitetici.

Recensione completa su Alfabeta2

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Conosci l'autore

Stefano Scodanibbio

1956, Macerata

È stato uno dei maggiori contrabbassisti dei nostri tempi. Ha composto più di 50 opere, principalmente per strumenti ad arco, eseguite in tutto il mondo. Dagli anni ’80 il suo nome è legato alla rinascita del contrabbasso. Ha suonato nei maggiori festival di musica contemporanea numerosi pezzi scritti appositamente per lui da compositori quali Bussotti, Donatoni, Estrada, Ferneyhough, Frith, Globokar, Sciarrino, Xenakis. Nel 1983 ha fondato la Rassegna di Nuova Musica di Macerata. È stato insegnante di contrabbasso ai Darmstadt Ferienkurse, inoltre ha impartito Master Class e Seminari alla Berkeley University, alla Stanford University, all’Oberlin College, alla Musikhochschule Stuttgart, al Conservatoire de Paris, al Conservatorio di Milano. Ha collaborato...

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