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Anno edizione: 2015
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L'opera chiarisce l'eccezionale opera di Guido Carli ai tempi di Maastricht per arginare gli effetti rovinosi della programmazione economica comunitaria, dei vincoli dissennati alle funzioni della manovra delle economie nazionali e per ridurre la soggezione italiana alla ideologia tedesca dell'austerità e del pareggio di bilancio ad ogni costo. Assiomi rovinosi fatti accettare ad ogni altro partner e che hanno provocato il disastro. L'euro è un disastro lo sanno tutti benchè pochi abbiano il coraggio di ammetterlo e lo è diventato a causa della devastante prevalenza del rigorismo tedesco e delle sue soluzioni consapevolmente rovinose delle economie deboli cioè di quelle mediterranee alle quali sono stati imposti vincoli comunitari con la consapevolezza che ne avrebbero cagionato il tracollo e così è stato. Nessun autore, anche fra i più critici (Krugman, Bagnai, Savona) è stato tuttavia in grado di simulare con un modello computazionale per agenti o anche solo quantititativo ed econometrico le possibili conseguenze di una uscita non consortile dall'eurozona dell'Italia o di un'altra economia debole nè lo ha fatto l'altra sponda e cioè gli economisti pessimisti e quindi di presagio tragico. Tuttavia il punto veramente interessante del volume è l'analisi del giurista Guarino sulla diversa intelligenza del sistema economico da parte degli economisti rispetto quella dei giuristi: la prima è una analisi solo quantitivativa di variabili operanti nel sistema, la seconda è una analisi cognitiva delle stesse variabili. La prima è econometria, la seconda è scienza delle finanze. La prima misura la seconda intellige. Una quantifica per capire l'altra per lo stesso scopo trasforma l'economia in finanza e con ciò solo la razionalizza, modus operandi ignoto all'econometria benchè imprescindibile per la cognizione del contesto e la scelta degli interventi. Guarino contra Monti; una disequazione che l'opera risolve a favore del primo e che per ciò merita il voto massimo.
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