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Un titolo che sembra un ossimoro ed è in antitesi con il messaggio generale del libro. Occorre capire bene cosa è Patmos e cosa lì accade all'apostolo Giovanni. Patmo (in greco: Πάτμος Patmos) o Patmos, è un'isola dell'Egeo. L'isola è famosa poiché, secondo un'antichissima tradizione cristiana, l'apostolo Giovanni fu qui esiliato dall’imperatore Domiziano dal 95 al 100 d.C. Durante questo periodo egli ebbe le sue famose visioni da Gesù, che portarono alla redazione del Libro delle Rivelazioni.[1].... Il termine notizie allude a informazioni, resoconti, aggiornamenti, qualcosa di accertato. Patmos è la sede della folgorazione, della rivelazione.. Eppure conclude Bregoli qui non ci sono rivelazioni. L’ossimoro è qui quasi un rebus, un dettaglio nascosto, ma è fondante. Come fondamentale è l’antitesi tra l’uomo e Dio, ma è un’antitesi dialettica che mai sfocia nel conflitto. C'è un dialogo costante tra scienza e credo religioso, tra invenzione e preghiera. Basta consultare l’indice e i titoli dei componimenti per capire come fede e ricerca si inseguano in una tenzone quasi amorosa a colpi d’inchiostro. Diciamo solo l’incendio dei nomi… Altro elemento costante tra misteri ingloriosi e ricerca quantistica è il rapporto col padre, la comunicazione sofferta, intermittente, la necessità del gesto, della concretezza per poter riattivare il ciclo del silenzio, perché non si scrive d’amore, lo si dimostra per assurdo. C’è nel suo poetare un estrudersi dal corpo, l’ambire a un senso e l’ardire un passo in più, un verso oltre; è tangibile il suo volersi collocare in un ordine compiuto e in uno spazio immutato continuo, tra la fine e l’inizio in un agire circolare…il non riuscirci è quello che il poeta definisce dislessia di un noi impronunciato e che altro non è se non la difficoltà a consolidare il nostro posto nel mondo in relazione agli altri, alle nostre origini e all’ignoto che ci attende.
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