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Anno edizione: 2022
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Con una scrittura essenziale e con indicibile grazia e profonda tenerezza Julie Otsuka osserva il declino di una madre imparando a navigare un rapporto difficile e insieme ad amarla come mai prima.
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Libro molto particolare scritto in modo conciso ma efficace con spot narrativi corti ed incisivi. A me è piaciuto molto. Affronta la tematica della progressiva perdita cognitiva a causa di una malattia neurodegenerativa, raccontando allo stesso tempo la storia della vita della protagonista e del suo rapporto con la figlia. Consigliato.
Le prime due sezioni propongono un narratore in prima persona plurale, scelta inconsueta che però è funzionale alla descrizione di quella che di fatto è una comunità (i ‘swimmers’ del titolo originale) con le sue regole, consuetudini e idiosincrasie, separata dal mondo di superficie. In questo microcosmo acquatico la comparsa di una crepa sul fondo della piscina apre la strada a timori e paure, a un senso di apocalisse imminente che finisce per avverarsi. Dissolta la comunità, Alice (madre dell’autrice) occupa la scena del romanzo con una sequenza di ricordi frammentari che affiancano il privato (un amore mancato di gioventù fattosi rimpianto) e le ricadute della Storia (i campi di prigionia istituiti per i Giapponesi negli States durante la guerra). Nella quarta sezione il mondo perde ogni coordinata e la casa lascia il posto alla clinica: l’elenco delle regole e disposizioni da seguire per la paziente in ingresso è impietoso, asettico e terribile nel definire la nuova normalità di chi non può più contare sugli altri e su se stesso. L’ultima parte, affidata alla seconda persona singolare, è struggente, contiene i rimpianti, i rimorsi e le tenerezze della figlia / autrice al cospetto di una madre che dopo i ricordi perde le parole e la voce. Otsuka ha scritto un libro che unisce sapienza stilistica ed emozioni, che chiede al lettore una disposizione d’animo consona.
Interessante romanzo breve sulle malattie degenerative della memoria negli anziani . La protagonista è una signora anziana che si tiene in forma nuotando regolarmente finché nella piscina che frequenta non compare una crepa , evidente metafora della malattia che la colpisce di lì a poco. Nella seconda parte lo stile cambia e diventa più personale con l’uso della seconda persona singolare riferita alla figlia della protagonista che si vede costretta a portare la madre in un istituto. La progressiva perdita di memoria è resa da una serie di elenchi di cose da fare e ricordare che si affievolisce sempre di più. Consigliato a chi è interessato a questa tematica.
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