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Un “intellettuale“che gioca con categorie complesse (stato, nazione, contratto sociale, religione) travisandole continuamente e dandone versioni semplificate, parziali che gli permettono di stabilire nessi discutibili che poi vengono assolutizzati. Lo scopo del libro è a quanto pare dimostrare che gli islamici non sono capaci di vivere in uno stato moderno perché cresciuti in una società tribale mescolata ad un universalismo religioso astratto intollerante e incompatibile con la gestione secolare del potere, con tanti saluti agli omayyadi e gli abbasidi che infatti non vengono menzionati mai (si passa da Maometto ai turchi). Non sono andato oltre le prime 65 pagine lo ammetto ma già qui ho trovato errori di traduzione abbastanza evidenti, per esempio pag 23: "seguendo la riforma" invece di "in seguito alla riforma" oppure la scelta di tradurre "strangers" con "stranieri" in un contesto in cui significa sostanzialmente l'opposto (“sconosciuti" sì, ma concittadini). Insomma classico libro di destra, viene pubblicato per far vedere che certe idee hanno una dignità culturale, ma anche chi lo pubblica ci crede così poco che nemmeno si preoccupa di quello che ci viene scritto dentro, tanto la gente di destra non legge e se legge non capisce.
Recensioni
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Cos'è l'Occidente e cosa sono gli "altri", in particolare l'islam? Il sociologo inglese Scruton impugna la cruciale questione dal lato del diritto. L'Occidente si connota allora per aver dato vita a forme associative che si reggono sull'idea della giurisdizione territoriale, un'eredità del diritto romano. Che consiste nel mettere insieme persone in modo tale da impedire che possano scannarsi l'una con l'altra. L'esperienza europea ha così insegnato che fra le tre forme di appartenenza più diffuse tra gli esseri umani (religione, lingua, giurisdizione territoriale), la terza era quella che più e meglio delle altre poteva garantire il rispetto dei contratti, la risoluzione tendenzialmente pacifica delle controversie, la legittimazione di istituzioni con un progressivo effetto di uniformità su un unico territorio. Il governo nella differenza, questo l'Occidente ha reso possibile. Ma perché l'associazione tenesse nel tempo, e la legge divenisse il potere sovrano, è stato necessario valorizzare il ruolo del territorio e la sua relativa "sacralità". Di qui la nascita dell'idea di nazione. E, di conseguenza, dello stato-nazione. L'islam non ha legge legata al suolo, poiché l'unica fedeltà è alla sharî'a, ubiqua e impersonale volontà di Dio. Lo spazio pubblico non esiste nella tradizionale società islamica. Non è contemplata "una zona di libertà e sperimentazione tutelata da una legge puramente umana nelle sue origini". Ed ecco che la globalizzazione paradossalmente favorisce i progetti di chi estremizza il messaggio coranico. Una possibile risposta all'islamismo terrorista: favorire la comparsa in Medioriente di giurisdizioni territoriali e fedeltà prepolitiche nazionali.
Danilo Breschi
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