Quintetto con pianoforte, Quartetto per archi "Odradek", 2 Postludi per pianofortePrimo CD ECM New Series del compositore di origine israeliana Gideon Lewensohn, una delle voci più fresche e rappresentative della musica di oggi. Affezionato in particolare a Mahler e a Bartok, la sua scrittura incrocia le influenze e i nomi più importanti della musica del '900, da Shostakovich a Lutoslawski, a Kurtàg, a Kancheli. "Odradek", la denominazione del suo quartetto per archi, che dà il titolo all'intero album, è tratto dalla letteratura kafkiana, dal nome di quel personaggio misterioso, inafferrabile e estremamente mobile, presenza ironica e preoccupante, apparentemente immortale, che abita nella casa del narratore. Il brano consta di 17 movimenti frammentari, che rimandano indubbiamente a Webern; ma mentre quest'ultimo è focalizzato, unitario, cristallino, Lewensohn è temporaneo, costruttivamente indeterminato, fluttuante: se emergono le varie soggettività del quartetto (lamenti, gesti marziali, swing, fierezza retorica,...), la voce del compositore rimane nascosta, o forse, le voci contrastanti coesistono non in armonia e non in confiltto, cioè "accadono" eventi. Lewensohn, per ognuno dei 17 movimenti (in taluni casi decisamente aforistici, il quattordicesimo dura 20 secondi), dialoga con altri compositori; per citare un esempio il prologo porta il titolo: "Kancheli and Lutoslawski, a casual meeting .....". Il Quintetto con pianoforte si presenta come un brano più "soggettivizzato". Ciascuno dei suoi movimenti è un tributo ad altri musicisti: Kurtag, Michah Lewensohn (direttore d'orchestra, fratello del composiore), l'Hilliard Ensemble, Rochberg, Shostakovich. Infine il Postludio per pianoforte viene presentato in due diverse esecuzioni, una di Alexander Lonquinch (protagonista anche nel Quintetto) e l'altra di Ora Rotem Nelken (che l'ha registrato a Gerusalemme nel 1997).
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