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Anno edizione: 2010
Anno edizione: 2015
Anno edizione: 2016
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La casa editrice per l'infanzia Orecchio acerbo ci ha abituati a libri che sono anzitutto oggetti d'arte, da leggere e guardare. Non libri illustrati dove la parola fa da padrona e l'immagine si incastona negli spazi bianchi che le vengono riservati, ma volumi pensati come un tutt'uno in cui parola e immagine riempiono l'unità spaziale, coesistono e si integrano in un significato inscindibile. Per la collana "Lampi", che la casa editrice dedica alla riscoperta della letteratura fantastica, d'avventura e noir, è di recente uscita la versione del racconto L'ombra e il bagliore di Jack London vista attraverso gli occhi di Fabian Negrin, illustratore italo-argentino pluripremiato e all'ennesimo fortunato incontro con la raffinata casa editrice romana.
Il volume, di grande formato, è un'esperienza per gli occhi che non conosce fasce privilegiate di lettori. Negrin imposta la copertina rappresentando una rosa rossa sopra un comò. La sua ombra ha due boccioli, non uno. E un terzo, che è un abbaglio di colori fluorescenti. Luce e ombra sono i due elementi della storia di Jack London (la rosa invece è l'emblema del personaggio-narratore). Si tratta di un distico, un duetto che è il duetto dei due protagonisti, Lloyd Inwood e Paul Tichlorne. Identici e opposti, i due uomini sono agguerriti rivali nella ricerca dell'invisibilità. Il primo attraverso il nero fumo, il secondo attraverso l'eliminazione dell'ombra.
Nella sua rilettura per immagini, Negrin piega l'oggetto libro ai suoi intenti facendo della disomogeneità dello stile e delle tecniche la cifra peculiare delle sue illustrazioni. Strappa e buca le pagine in sequenze cromatiche autonome affidando al gesto dello "sfogliare" un significato di "progressione" temporale effettiva; compone sistemi di immagini sfruttando il rapporto di profondità dato dai ritagli; modula tecniche diverse, alternando la sua tempera plastica e legnosa, piena e pregna di tinta, al colore verniciato con cui figura il "nero fumo" oppure al contorno scuro dei suoi disegni più stilizzati; gioca con carte diverse al tatto, dal cartoncino alla carta lucida, e dà vita a un immaginario figurativo in cui si incontrano fisionomie orientali e reminescenze del dripping alla Jackson Pollock. In questo volume, oggetto delle meraviglie, anche la "costola" del libro (ossia il dorso) può essere assunta ad asse di simmetria attraverso cui lavorare sulla specularità degli opposti. La parola scritta accompagna questo movimento. Si modifica nella scelta del carattere, nelle dimensioni, nei colori. Sperimenta tutti gli angoli della carta, disperdendosi o infittendosi. Si trasforma in fumetto nell'inaspettato cambio di registro in cui la narrazione indiretta lascia spazio alla forma dialogata. È la parola che ricerca il vuoto lasciato dal disegno. Non viceversa. L'ombra e il bagliore è una mirabile "messa in scena", anzi "messa in pagina" dell'incontro tra sensibilità letteraria e figurativa.
Silvia Moretti
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