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Non avevo nutrito tanta aspettativa per questa antologia di racconti. Invece per la maggior parte di essi, sono rimasto piacevolmente sorpreso. Godibile.
Una raccolta di racconti che può piacere anche a chi non conosce Hopper. Ovviamente ogni racconto sarebbe da valutare a parte, ma intanto si può dire che il livello è buono. Il voto è cinque stelle, perché alcuni sono veramente imperdibili. Il migliore secondo il mio gusto è quello delle stanze dell'acqua per quella vena fantasy che lo percorre, tirata fuori poi da un quadro di Hopper, ha fatto un gran lavoro. Credo anche il racconto più completo nel finale. Anche il racconto di King per me era ottimo, profondamente legato al quadro, davvero pareva un fermo immagine di quello che stava succedendo nel racconto, ma, ovviamente, da tutt'altro punto di vista. Anche se breve, mi è rimasto più di altri. Consigliato per gli appassionati di Hopper, ma anche di racconti di buona e ottima qualità, non solo bozze di futuri romanzi.
L'idea è simpatica e del resto i quadri di Hopper si prestano a far immaginare storie. Quelle scritte dagli scrittori di questa raccolta non sono tutte perle, ma alcune sono buone, intriganti e originali. Come in ogni raccolta di autori vari, è difficile dare un giudizio globale sull'opera. Comunque da leggere, sia per conoscere Hopper sia per scoprire qualche scrittore americano di cui non si era ancora letto nulla.
Recensioni
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Se devi decidere su quale tela posare gli allenati occhi da lettore, già sfiancati da ore e ore di lettura compulsiva, non vi è dubbio: le opere di Hopper sono le migliori.
Maestro nell'evocare degli scenari urbani lambiti da un conturbante sentore noir, l'artista nordamericano è stato forse il più narrativo tra i pittori del Novecento. Risulta impossibile avvicinarsi a un suo quadro senza chiedersi: "chissà quale storia c'è dietro". La scena ritratta è spesso sospesa in una sensazione di pericolo imminente contrapposto alla calma innaturale dei personaggi, una tranquillità che pare sfociare in mestizia.
L'invito dell'artista a immaginare il prima e il dopo relativi a quanto raffigurato è opprimente. Diventa un'urgenza paragonabile all'impazienza che ti costringe a sfogliare un ottimo thriller a ritmi indiavolati.
Era quindi inevitabile che la forte componente narrativa di Hopper trovasse uno sbocco letterario. La forma antologica proposta da Ombre è perfetta, ogni quadro è infatti capace di ispirare dozzine e dozzine di racconti brevi. Lawrence Block, celebre e prolifico scrittore di gialli, è il curatore, nonché artefice, della raccolta. Il suo richiamo a dar voce a Hopper ha attratto alcuni tra i migliori scrittori statunitensi del momento. Diciassette a essere precisi, ognuno con pedigree impeccabile, pescati principalmente dal mondo del thriller, con qualche imprevedibile eccezione. Tra questi basti citare Joyce Carol Oates, Lansdale e ovviamente King per indurre il lettore a comprare la raccolta a scatola chiusa, anche a digiuno di qualunque conoscenza sulla fonte di ispirazione.
A livello temporale tutti i racconti sono ambientati tra la Grande Depressione e la guerra fredda. Nel primo troviamo Megan Abbott immaginare la ballerina di burlesque come l'alleata insperata di una donna maltrattata dal marito manesco, abituale frequentatore di localini di striptease. Egli, in una sfrenata serata di bagordi, si troverà la moglie sfilare nuda assieme alla femme fatale dalla fluente chioma rossa raffigurata da Hopper.
Lansdale invece prendendo mossa dal "Proiezionista" sforna una solida crime story in cui un timido e placido impiegato di un cinemino si cimenterà contro dei bruti decisi a chiedere il pizzo al proprietario del locale. Una tipica ambientazione alla Lansdale con farabutti sopra le righe ed eroi ancora più improbabili. Come potrete immaginare nessuno degli autori coinvolti nella raccolta si discosta dal proprio stile, portato all'estremo in un elegante esercizio che oltre a rendere omaggio a Hopper, inevitabilmente omaggia anche loro stessi.
La parte più appassionante di questo lavoro tuttavia non sta tanto nella lettura, ma dell’immaginare e prevedere come gli autori adatteranno i quadri. A tal scopo Block ha deciso di anteporre a ogni racconto il dipinto d’ispirazione, stampato in buona qualità, la cui visione, preferibilmente prolungata, serve a immergervi nel mite turbamento glam che solo i reduci della Grande Depressione come Hopper sapevano rendere. Poche parole e tanti sguardi saranno le uniche armi di cui disporrete. Il resto è pura immaginazione.
Recensione di Matteo Rucco
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