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Questo libro è stata una rivelazione. Coltissimo ma intrigante e ironico, accessibile, davvero alla portata di tutti. Tratta di arte, di libri, di cinema, di canzoni e di musica colta, il tutto collegato abilmente per dimostrare cose alle quali difficilmente avevamo pensato prima. Ci sono all'interno anche tre saggi critici dello stesso tenore, uno su un quadro di Velazquez, uno sul celebre quadro intitolato “Gli orologi molli” di Salvador Dalì e l'altro su un sestetto di Schonberg. Mi sento arricchita da questa lettura, consigliata.
Se pensate a un noioso trattato di filosofia estetica vi sbagliate. Certo, in questo testo c’è anche della filosofia. È inevitabile e il titolo stesso lo rivela sin dal principio. Tuttavia, più che un trattato questo testo è una guida alla lettura, attraverso l’esperienza del leggere e la riflessione sul leggere (del resto, l’Autore è un esperto in materia di recensioni), dove la parola «leggere» deve essere intesa come «incontro con l’opera d’arte», dunque, volta per volta come lettura (Balzac e Zola, per citare due scrittori le cui pagine nel testo vengono accostate), come sguardo (Velàsquez, giusto per citare la splendida «lettura» de «Las Meninas») o come ascolto (tra l’altro non proprio facile, anzi «labirintico», come nel caso di Schönberg). Ma sono solo esempi, tra quelli che possono colpire di più, perché questo libro-guida è coltissimo, ricco di citazioni: da Eco, cui l’Autore guarda come un maestro, a Nietzsche e Einstein, o Allan Poe, partendo dall’indispensabile citazione del passo omerico delle Sirene ... del resto, quale canto è più misterioso, dunque inconoscibile, del loro? Alla fine, sì, questo è anche un trattato, che, però, si legge come una raccolta di racconti, dove protagonista è il Bello, che non solo nasce dall’ispirazione, ma di ispirazione necessita per essere colto e intuito.
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