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Alessandro Canzian dedica alla poetessa Claudia Ruggeri (alla sua vita tormentata, alla sua tragica e precoce morte, alla sua scrittura "tracimante di parole") un libriccino che, secondo l'avvertenza iniziale, non vuole essere tanto una lettura critica quanto una "lettura poetica". Un ripercorrere, quindi, decisamente empatico ed emotivo, la produzione in versi di Claudia, raccolta essenzialmente nel volume "Inferno minore" edito da peQuod nel 2006. Canzian sottolinea "la forte pressione emozionale" di queste poesie "a prescindere dal significato", rinunciando quindi a una vera e propria esegesi interpretativa, ma limitandosi a indicarne commistioni e citazioni (da Dante a Shakespeare, da Melville alla Bibbia, da Eliot a Baudelaire) e i temi fondamentali che ne emergono: l'amore - deluso e deludente - e il viaggio, inteso come fuga e stordimento, mai come approdo. Ma la lettura di Canzian risulta spesso inficiata proprio da un eccesso di ingenuo e volontaristico desiderio di approssimazione alla sofferta vicenda umana di Claudia, finendo per sfociare in considerazioni moraleggianti piuttosto generiche o impressionistiche: "Si potrebbe dire che ogni essere umano ha bisogno d'amore e sarebbe un'affermazione assolutamente vera. A maggior ragione si potrebbe dire che ogni donna necessita d'amore e sarebbe altrettanto corretto affermarlo...Le poesie di Claudia sono oltre ogni dubbio poesie d'amore verso un tu e verso sé stessa. Tenendo conto che questo tu appare in realtà come una forma differente dell'io proprio a causa delle delusioni sofferte nel vivendo, che annullano la reale consistenza del tu, dell'altro - ma si potrebbe dire che è un po' il dramma contemporaneo delle relazioni umane-...Perché necessariamente Claudia ha fallito il suo percorso. Ha fallito come tanti prima di lei e come tanti purtroppo dopo di lei falliranno...". Meglio sarebbe stato lasciare più spazio ai versi straziati della poetessa: "Ero la 'nulla' degli alfabeti in cifre"...
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